Cultura e Spettacoli

Delitti, mazzette, sesso I romanzi dell'Expo da Zola ai nostri giorni

Parigi, Chicago e Bruxelles hanno ispirato legioni di scrittori famosi. Ma chi saprà narrare la fiera milanese e l'Italia di oggi?

Delitti, mazzette, sesso I romanzi dell'Expo da Zola ai nostri giorni

A ll'Expo si va per comunicare (e vendere) al resto del mondo un'idea di Paese. Per quanto riguarda l'Italia, in piena crisi d'identità, non è ancora chiaro quale. Che senso ha essere italiani nel 2015? Che posto occupiamo in Europa? Cosa abbiamo da offrire che sia realmente universale? Nessuno sembra saperlo e forse sarebbe troppo attendersi la risposta dalla manifestazione milanese. È invece lecito attendersi qualche pagina di buona letteratura.

Le Esposizioni (universali o internazionali o certificate) hanno sempre acceso la fantasia degli scrittori. Nel XIX secolo, rappresentavano una rassicurante idea di futuro. In fondo, per quanto fosse «fantascientifico», era pur sempre un futuro a portata di mano, da scoprire nel corso della gita fuori porta alla domenica pomeriggio. Nel XX secolo a questa suggestione si univa quella dell'allegro convegno di spioni occidentali e sovietici. Materia pregiata per i narratori di razza. Lo racconta ne La casa Russia (Mondadori) John Le Carré: quale migliore occasione di una esposizione internazionale (dell'audio-libro, nello specifico) per trafficare documenti, creare contatti e bruciarne altri? Di recente, ha provato a battere questa strada Jonathan Coe in Expo 58 (Feltrinelli). L'esposizione universale di Bruxelles del 1958, all'apice della Guerra fredda, è la scenografia perfetta per un po' di sano spionaggio sui progressi in campo nucleare. Coe poi si lascia prendere la mano dalla parte sentimentale della vicenda. Scopriamo così che l'Expo è un ottimo posto dove fare struscio con ragazze più o meno esotiche.

L'Expo porta guai giudiziari da sempre: mazzette ai politici, truffe finanziarie, speculazioni immobiliari. I soldi girano e c'è qualcuno che si crede più furbo degli altri. Nel 1891, due anni dopo l'esposizione parigina, un successo clamoroso, Émile Zola pubblica Il denaro (Newton Compton). La Borsa francese vola sulle ali del grande evento, sembra possibile moltiplicare le risorse senza sforzo, forse si potrà creare una Banca universale, investire in tutto il pianeta... A meno che non sia un gioco pericoloso, alla Madoff, destinato a inghiottire i risparmi della borghesia.

Con Erik Larson, ne La città bianca e il diavolo (Mondadori), ci trasferiamo negli Stati Uniti, alla World's Columbian Exposition di Chicago. Siamo nel 1893. L'architetto Daniel H. Burnham è stato scelto per realizzare l'allestimento dell'esposizione sulle rive del Lago Michigan. Compito complicato, anche perché il termine di paragone è la manifestazione parigina del 1889, passata alla storia anche per la costruzione della Torre Eiffel. Le peripezie di Burnham si intrecciano a quelle di Henry H. Holmes, un brillante dottore che nasconde una doppia vita. Durante l'esposizione si macchierà di una serie di omicidi, diventando un serial killer. Di romanzesco, a parte la scrittura, c'è nulla. È tutto vero, per quanto incredibile. Tra i fan, Leonardo di Caprio. Nel 2010 l'attore ha acquistato i diritti per il grande schermo.

Burnham fece un lavoro straordinario, lo stile neoclassico della sua «White City» conquistò l'America. In particolare, un giornalista dalle grandi ambizioni artistiche rimase molto colpito. Tornato a casa, iniziò a pensare a una proprio modello di città utopica, Emerald City, ispirata alla «White City» dell'esposizione. Quindi decise di trasformare le sue idee in un libro per bambini che uscirà nel 1900. È questa la genesi de Il mago di Oz di L. Frank Baum (Einaudi). A proposito di bambini. Con gli occhi di un bambino E.L. Doctorow racconta La fiera mondiale (Mondadori) di Flushing Meadow, a New York, del 1939. Il progresso tecnologico, o la sua promessa, mozzano il fiato e risaltano sullo sfondo della «vecchia» New York. Tutto è incantato e la fiera incarna le speranze di una intera generazione ma siamo alle soglie della Seconda guerra mondiale.

L'Expo, naturalmente, è anche arte. Il libro dei bambini (Einaudi) di A. S. Byatt è una riflessione sul suo potere, talvolta terribile. E la scena chiave si svolge proprio nelle sale dell'Expo parigino del 1900, davanti a un enigmatico gioiello dell'orafo René Lalique, «un busto femminile di turchese che emergeva dalla bocca di una libellula lunghissima». Soffermiamoci sul lato artistico di Expo, passando dalla narrativa al reportage d'autore. Alberto Arbasino, nel 1958, fu inviato dal Mondo di Mario Pannunzio all'Expo di Bruxelles. Missione: recensire solo i padiglioni più brutti. Il futuro autore di Fratelli d'Italia rimase sbalordito dai «pittori della domenica» portati dagli Stati Uniti, ma fu colto da tremori quando visitò la rassegna dedicata ai migliori pittori degli ultimi cinquant'anni. La trovò «fastidiosa» proprio perché erano tutti lì, ammassati l'uno contro l'altro, pronti a diventare mangime culturale col quale ingozzare il pubblico.

L'Expo comunque suscita anche reazioni imprevedibili. Prendiamo Louis-Ferdinand Céline. A lui, l'Esposizione internazionale «Arts et Techniques dans la Vie moderne», a Parigi nel 1937, suscitò il famigerato Bagatelle per un massacro . Gli organizzatori di Expo si rifiutarono di mettere in scena un balletto di Céline. Come risposta polemica, lo scrittore pubblicò il feroce pamphlet antisemita tuttora bandito dagli scaffali. Gli ebrei, si legge nel libro, occupano tutti i posti di potere, e ostacolano gli artisti «ariani». Per malvagità ma anche per innato cattivo gusto. Ecco perché gli Ebrei hanno rispedito al mittente il balletto, spiega Céline: si tratta del piccolo tassello di un grande mosaico, quello del complotto giudaico mondiale, al quale solo Hitler ha il coraggio di opporsi.

Questa è una scelta dei titoli legati alle Esposizioni. Esistono svariate bibliografie, più o meno complete, alcune delle quali facilmente rintracciabili in Rete.

Vedremo se Expo 2015 sarà così affascinante da far allungare le liste con qualche capolavoro che magari provi a capire cos'è l'Italia.

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