Cultura e Spettacoli

Dramma familiare (con solletico) negli anni '70

La «gargalesi», nome scientifico del banale solletico, è una pratica dal retroscena sorprendente. Che sia un'obliqua alternativa al sesso, lo sospettava già il senso comune. Meno immediata la sua relazione con la violenza, con la tortura. Ne sanno qualcosa i romani fratelli Pedrotti, i personaggi al centro del romanzo con cui Marco Montemarano ha vinto, qualche settimana fa, l'ambìto premio Neri Pozza. Quando Fabrizio insegue il fratello minore, Mario, lungo i corridoi del lussuoso appartamento dove vive assieme alla sorella Maddalena e ai genitori, sa benissimo che il gioco è ormai degenerato: incapace di denunciare «la persecuzione del solletico» al padre, un parlamentare democristiano, Mario finirà al pronto soccorso per una crisi respiratoria.
A dire il vero non è lì, fra gli infermieri e la bombola dell'ossigeno, che si mette in moto il congegno narrativo de La ricchezza (Neri Pozza, pagg. 272, euro 16); il romanzo prende invece abbrivio la sera in cui Giovanni, amico di famiglia e voce narrante, gioca uno scherzo atroce all'«onorevole», simulando un attentato delle Brigate Rosse. Siamo alla fine degli anni '70, in Italia si spara a ogni angolo di strada e l'onorevole Pedrotti muore di infarto per lo spavento; costringendo Giovanni, che si crede un assassino, a una lunga espiazione che assume la forma di una paternità vicaria. Perché da soli, i fratelli Pedrotti sarebbero destinati al fallimento; come rivela l'odore che emanano, «un aroma di latte cagliato e armadio chiuso».
Svolgendo una vicenda che si dipana in trent'anni e due continenti, Montemarano ha compilato un romanzo solidissimo e avvincente, un capo d'opera che onora le sempre più stringenti regole della corporazione degli scrittori ma trova ugualmente il modo di regalare al lettore pagine intense. In particolare la mancata storia d'amore (e riuscita storia di letto) fra Giovanni e Maddalena è difficile da dimenticare; ma è commovente e universale anche la relazione, solo apparentemente anaffettiva, fra Giovanni e il proprio padre, marginalizzata dal carattere esclusivo del legame con i Pedrotti. E come non sospettare un'implicita dichiarazione di poetica nella scena berlinese in cui Giovanni ritrova, dopo averlo perso di vista per anni, Mario? I due amici si danno appuntamento a una mostra in cui si espongono immagini scattate pochi secondi prima di un terremoto, un ictus, un litigio irrimediabile fra coniugi.

Nel caso qualcuno avesse dimenticato che l'arte sa essere anche uno strumento per immobilizzare le catastrofi, e tenerle fuori della porta.

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