Cultura e Spettacoli

Ecco le prove della peste che sconvolse l'Impero romano

Le tracce affiorano a Luxor, grazie al lavoro della missione archeologica italiana. Morirono a migliaia, nel terzo secolo dopo Cristo

La pestilenza che sconvolse l'impero romano. Ora in Egitto affiorano finalmente le prove di quel che accadde fra il 251 e il 270 dopo Cristo. Gli storici la chiamano l'Epidemia di San Cipriano e tanto per capire di cosa stiamo parlando si stima che la terribile malattia arrivò ad uccidere anche 5 mila persone al giorno nella sola Roma. Ora la missione italiana a Luxor trova qualcosa che ci riporta a quell'immane tragedia: i resti di una catasta di corpi infetti. "Per il momento - spiega Francesco Tiradritti, direttore della missione archeologica italiana a Luxor - il complesso funerario di Harwa e Akhimenru", quello in cui si è scavato, "è l'unico sito in cui è stato possibile identificare una traccia archeologica di questa pestilenza, nota finora soltanto da fonti scritte". Si tratta di segni di resti umani e oggetti legati a quello sconvolgimento epocale. Sono stati recuperati i resti calcificati di ossa umane. E poi pezzi di sarcofago bruciati, frammenti di ceramica e altro ancora. Tutti questi reperti sarebbero riconducibili ad un'unica fase.

Non solo: "Tutti i pezzi sono interpretabili - aggiunge Tiradritti - come risultato di un'azione per lo smaltimento di morti da contagio".

Commenti