Cultura e Spettacoli

Esplode l’arte cinetica di Simone Lingua: viaggio extrasensoriale in plexiglass

Il pittore e scultore piemontese, originario di Cuneo e aretino di adozione, è ospite di numerose mostre, da Sorrento a Brescia, con la sua nuova espressione artistica: il cubo cinetico. Prossima tappa? New York

Esplode l’arte cinetica di Simone Lingua: viaggio extrasensoriale in plexiglass

L’ultima creazione dell’artista piemontese Simone Lingua è il cubo cinetico. Questo concetto di arte cinetica, nasce da una ricerca su superfici trasparenti. Immaginando una figura minimale: il cubo, appunto. “Ho ipotizzato di scomporlo in maniera regolare e geometrica – spiega Lingua -, suddividendo il suo interno in altri cubi più piccoli, questa suddivisione è stata ottenuta dall’incastro di lame in plexiglass trasparente, l’incrocio perpendicolare di queste lame, disegna linee e piani all’interno del cubo stesso, creando nel mio immaginario una serie di pixel tridimensionali. Ho così deciso di sfruttare la materia come superficie per creare un’altra forma: la sfera”.La percezione visiva della sfera avviene con l’incastro di dischi rossi verniciati sul plexiglass, l’occhio vede una figura che in realtà non esiste, o meglio sembra essere tridimensionale quando in realtà non lo è. Osservando l’opera attraverso i fori creati dall’incastro delle lame, la visibilità della sfera è quasi inesistente, questa prende vita solo con il movimento (dell’artista o spettatore), i dischi rossi si sovrappongono e riflettono all'interno del cubo sfruttando la geometria della scomposizione di questo. Si ha così la percezione di una sfera rossa quasi “melmosa”, in continuo movimento ed evoluzione, la figura di questa si crea e si annulla all’interno del cubo, illudendo lo spettatore e trasportandolo con l'immaginazione all'interno dell'opera stessa. Una sensazione mai provata prima.Per la sua originalità Lingua ha ricevuto vari inviti per mostre da nord a sud Italia. Al Young Art Festival di Sorrento a Villa Fiorentino da sabato 8 a domenica 23 aprile si terrà una grande mostra curata da Paolo Feroce, e Lingua esporrà ben quattro cubi cinetici. E’ la prima volta che vengono esposti tutti insieme, tutti diversi tra loro ma basati sullo stesso concetto cinetico. Con il medesimo criterio dei cubi Lingua ha realizzato 10 quadri cinetici in plexiglass, che saranno esposti in anteprima come serie completa e compongono una parete di 330x130cm. Faranno vivere allo spettatore un’emozione surreale ed estremamente coinvolgente. Il Young Art Festival è un cantiere espositivo destinato all’arte contemporanea con l’obiettivo di recuperare i valori di quella capacità creativa ed anche manuale, pregio tipico dell’arte italiana e che nel corso degli anni è stata in parte offuscata dall’interferenza mediatica e sistematica che ha inteso privilegiare alcune tipologie di espressione. Un luogo storico e prestigioso in quanto Villa Fiorentino ha già ospitato le mostre di Pablo Picasso, Arnaldo Pomodoro e prossimamente quella di Marc Chagall.Dopo Sorrento Lingua si sposterà in provincia di Brescia, a Villa Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano, per la Fondazione Mazzoleni, dal 29 aprile al 16 settembre, “Arte contemporanea in Villa”, una prestigiosa rassegna artistica della durata di 5 mesi, in collaborazione con la Fondazione Giacomini Meo Fiorot Onlus, in una delle più belle ville neopalladiane della Lombardia. La mostra “Arte Contemporanea in Villa” inaugurerà sabato 29 aprile alle 16. L’apertura della mostra avverrà in concomitanza con la presentazione del catalogo annuale “Summer Art 2017” alla presenza di personalità legate al mondo dell’arte e del collezionismo, critici, autorità e aziende partner della rassegna. A seguire dopo l’inaugurazione della mostra e della presentazione della rassegna, alle 20, ci sarà la cena di gala nel magnifico salone di Villa Mazzucchelli.Da mesi Lingua sta collaborando con la vetreria Seguso di Murano diretta da Andrea della Valentina su un progetto che vedrà realizzata un’installazione cinetica in vetro: un progetto che per la prima volta metterà insieme l’artigianalità muranese e l’arte cinetica. Lingua sta progettando la “stanza cinetica” in previsione delle prossime manifestazioni di Art Basel a Miami e Basilea.Sorprendente il lavoro che Lingua ha realizzato in un solo anno e la velocità con cui sta realizzando nuove opere, una nuova ispirazione che lo sta facendo conoscere sul mercato estero soprattutto quello statunitense. Il prossimo inverno, infatti, esporrà per la prima volta a New York.NOTE SULL’ARTISTASimone Lingua, nato a Cuneo il 7 giugno 1981, inizia a dipingere all’età di sei anni.Affascinato dall’arte pittorica dei grandi artisti, in particolar modo da quella dei maestri impressionisti, fin da piccolo si esercita ad apprendere le diverse tecniche, ispirandosi inizialmente alle opere di Monet. Successivamente, frequentando il liceo artistico, perfeziona le tecniche del disegno a matita, ad olio e soprattutto la lavorazione della creta, che lo inizia nella realizzazione di sculture in gesso.Il figurativo, come espressione artistica pittorica, viene accantonato alla fine del liceo per nuovi studi verso opere più astratte e concettuali. Inizia quindi a realizzare opere sempre più tecnicamente eterogenee, passando dagli oli agli acrilici, all’uso di stucchi e colle viniliche.Le sue opere non hanno un percorso evolutivo ben preciso, tant’è che, talvolta, l’artista stesso fatica a riconoscerne l’ordine cronologico. Alle critiche riguardo la “mancanza di riconoscibilità”, Lingua risponde rivendicando l’intimità di questa scelta e il totale distacco da influenze di tipo commerciale; dichiara, infatti: “Personalmente credo che questo non abbia aiutato la mia carriera artistica, ma sono felice di aver continuato per il mio cammino, perché ad oggi provo sensazioni forti e sempre diverse di fronte alle mie opere, anche con quelle più vecchie”.Nel 2002, al terzo anno di Accademia delle Belle Arti a Firenze (sezione scultura) decide di dedicarsi al mondo del retail, nello specifico agli allestimenti di negozi e vetrine, lasciando gli studi per iniziare un nuovo capitolo della sua vita, non tralasciando mai, però, la pittura. Questa scelta, dettata dalla necessità di incanalare la propria creatività in altri settori, gli offre strumenti nuovi per affacciarsi al mondo della moda: fino al 2005 lavora come visual merchandiser per alcuni negozi del centro a Firenze, per poi trasferirsi ad Arezzo dove ha inizio il suo percorso all'interno di un prestigioso studio di architettura.L’architetto crede in Simone fin dall’inizio, delegandogli la progettazione e la gestione delle vetrine per alcuni negozi mono brand, coinvolgendolo parallelamente in tutte le attività che richiedono creatività. Tramite lo studio, per il quale attualmente lavora, ha la possibilità di partecipare come designer e creativo alle nuove immagini di noti marchi di moda, per cuiProgetta le facciate di negozi a Las Vegas (City Center), Shanghai (IFC) e Sidney, sviluppando un concetto di arte cinetica da lui completamente ideato, che Lingua segue personalmente in tutte le fasi, fino alla realizzazione finale.Quest’esperienza professionale è fondamentale per la sua maturazione artistica, in primis per quanto concerne l’arte cinetica: sperimenta dinamiche di movimenti creati dalla rifrazione delle immagini sull'opera stessa (cilindro e quadri cinetici) e cinetismi percepiti attraverso la colorazione di materiali trasparenti intersecati tra di loro (cubo cinetico).La sua mente, da questo momento, percepisce gli oggetti con uno spirito di osservazione diverso, cercando movimento in tutto ciò che osserva. Affascinato da qualsiasi tipo di riflesso, inizia ad interpretare con le sue opere quello che la percezione visiva, continuamente e nuovamente stimolata, gli suggerisce.Simone Lingua considera le sue opere “studi”, diretti verso la continua ricerca del cinetismo “perfetto”; nascono da intuizioni fatte di concetti minimali, per poi aggiungere elementi che successivamente, se ritenuto opportuno, elimina.

Nella sua fase evolutiva artistica attuale, ogni opera realizzata è solo il primo anello di una catena che, utopisticamente, non avrà mai fine.

Commenti