Cultura e Spettacoli

Grecia, trovati resti degli italiani trucidati dai tedeschi nel 1943

Sull'isola di Kos 103 ufficiali delle Regie Forze Armate vennero fucilati dagli eserciti di Hitler. Molti sono ancora lì, senza nome e senza tomba. E nessuno, in Italia, è disposto a finanziare una campagna di scavi

Alcuni oggetti personali appartenuti agli ufficiali italiani trucidati dai tedeschi a Kos nel 1943
Alcuni oggetti personali appartenuti agli ufficiali italiani trucidati dai tedeschi a Kos nel 1943

Era il settembre del 1943, quando sull'isola greca di Kos, nell'allora Dodecaneso italiano, le truppe italiane di stanza in Grecia si ritrovarono senza ordini, sorprese da un armistizio che proclamava la fine della guerra con gli Alleati ma non dava indicazioni sul comportamento da tenere verso i tedeschi.

Come il resto delle Forze Armate italiane, anche le unità dislocate in quelle isole sperdute di fronte alla Turchia, restarono senza ordini. A ottobre la guarnigione di Kos venne sopraffatta, circondata e disarmata dall'esercito di Hitler, che ne frattempo era sbarcato in forze. Centotre ufficiali italiani vennero passati per le armi. Una replica del più noto eccidio di Cefalonia, dove trovò il martirio la gloriosa Divisione Acqui, pronta ad imbracciare le armi contro i nazisti e a combattere per la Patria e per il Re.

Lì, a Kos (che all'epoca si chiamava Coo), non c'è nemmeno una lapide commemorativa. Non un monumento, non una stele, solo una targa nel cimitero cattolico dell'isola. Solo sessantasei cadaveri sono stati identificati e trasferiti, nel dopoguerra, al sacrario militare di Bari. Gli altri giacciono ancora lì, nel campo dove vennero trucidati. Il proprietario del terreno si è rifiutato di permettere gli scavi e di concedere il permesso per la costruzione di una cappella commemorativa.

C'è però un ufficiale italiano, il colonnello in pensione Pietro Giovanni Liuzzi, che ha dedicato anni alla memoria e alla storia dell'eccidio di Kos. Raccogliendo i reperti dei nostri uomini trucidati: le stellette, le medagliette del battesimo, i bottoni delle divise. Recentemente sono stati trovati anche resti umani, nell'ambito della cosiddetta Operazione Lisia. Eppure anche qui c'è una nota dolente: in Italia, Liuzzi non ha trovato nessuno disposto a finanziare e organizzare una campagna di scavi per recuperare le salme dei 37 ufficiali mancanti.

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