Cultura e Spettacoli

Hitler torna in libreria

Il 31 dicembre di quest'anno decadranno i diritti editoriali del dittatore tedesco e, così, chiunque potrà ristampare il Mein Kampf

Hitler torna in libreria

Il 31 dicembre di quest'anno decadranno i diritti editoriali di Adolf Hitler, scrittore, come era riportato sulla sua carta d'identità. E così, a partire dal primo gennaio, chiunque potrà ristampare il volume più famoso scritto dal dittatore tedesco: il Mein Kampf.

Questa data desta qualche preoccupazione in Germania, anche perché, nelle vendite mondiali, il Mein Kampf è secondo soltanto alla Bibbia. Come riporta rivistastudio.com, "il primo volume del Mein Kampf esce nel luglio 1925 presso la Franz Eher Verlag di Monaco, con il sottotitolo: Eine Abrechnung, 'un rendiconto', e contiene l’autobiografia politica di Hitler. Il secondo segue nel dicembre dell’anno successivo ed è dedicato al 'movimento nazionalsocialista'. Al momento della morte del Führer l’opera, apparsa intanto in molteplici edizioni fra cui una in linguaggio braille, ha venduto nella sola Germania 12,5 milioni di copie ed è stata tradotta in 16 lingue".

Dopo la morte di Hitler, però, il libro viene vietato e, come riporta sempre rivistastudio.com, "le autorità militari statunitensi, di stanza in Baviera, affidano al governo regionale la gestione di tutti i diritti della Franz Eher Verlag, affermatasi negli anni come la casa centrale del panorama editoriale del partito nazionalsocialista. Il Land s’impegna a impedire la ristampa dei materiali di propaganda dell’ex partito di regime, in particolar modo il Mein Kampf. Impegno che la Baviera ha finora mantenuto con inflessibilità".

Un altro capitolo delle vicende editoriali del Mein Kampf si apre nell’aprile del 2012, quando il ministero delle Finanze bavarese, organizza una tavola rotonda a Norimberga per discutere "del futuro editoriale del Mein Kampf davanti a un più ampio spettro di realtà sociali". Durante la tavola rotonda vengono presentate diverse possibilità sul futuro del libro: c'è "chi, come il ministro Söder, vede in un’edizione scientifica del Mein Kampf un’imperdibile occasione d’intervento culturale, e anzi pianifica di affiancarle una versione scolastica, ridotta e adatta a un pubblico più giovane. ('In ognuna delle due versioni', spiegava allora Söder, 'vogliamo mostrare con tutta evidenza di quale colossale follia si trattò e con quali fatali conseguenze'). E chi, come la signora Charlotte Knobloch, presidente della Comunità di Culto israelitico Monaco e Alta Baviera, vede invece negativamente qualsiasi ristampa legale di quello che definisce 'il più vergognoso libello antisemita mai pubblicato in lingua tedesca'". Qualche mese dopo, nell'estate del 2012, il parlamento bavarese approva un finanziamento di 500mila euro in favore dell'Istituto di Storia contemporanea di Monaco, impegnandolo così, come ricorda rivistastudio.com, "a terminare i lavori in tempo utile a far uscire il testo per l’inizio del 2016".

L'Istituto comincia a lavorare all'edizione critica del volume, ma, dopo un anno, il land bavarese prende le distanze dall'iniziativa. Tra pochi mesi, però, chiunque potrà stampare questo libro.

E Hitler rischia di tornare nelle librerie di tutto il mondo.

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