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L'ANALISIMurray: il capitalismo ormai è vittima della caccia alle streghe

Alla fine è un'evidenza. Il capitalismo gode di cattiva stampa e non da poco. Difficilmente gli intellettuali ne parlano bene, i politici gli attribuiscono tutte le colpe quando le cose vanno male. Non bastasse, spesso gli stessi capitalisti non hanno simpatia per i propri simili... Però sul perché si generi questo meccanismo di odio verso l'intrapresa, ovvero quel meccanismo che negli ultimi due secoli ci ha reso tutti infinitamente più ricchi (sì, persino nei Paesi poveri), non molto è stato scritto. A riflettere sul tema si è messo ora, dalle autorevoli pagine del Wall Street Journal l'economista di Harvard Charles Murray (nella foto). Murray è uno dei guru del pensiero liberale a stelle strisce e quest'anno ha pubblicato Coming Apart: The State of White America, 1960–2010 un controverso saggio sul declino economico degli americani bianchi. Il suo articolo sul Wsj si intitola «Perché il capitalismo ha un problema d'immagine», e parte dalla costatazione che persino negli Usa, il Paese d'elezione della libertà economica è in atto una sorta di «caccia alle streghe». E si focalizza sui seguenti punti. Da un lato si è sviluppato un «capitalismo collusivo». Ossia una forma di capitalismo che più che pensare agli affari pensa a stabilire rapporti con la politica. In un mondo pieno di leggi e in cui si norma su tutto, la cosa più conveniente non è l'intrapresa ma la corruzione. Però questo non è un problema figlio del capitalismo, bensì dello statalismo. L'altra grande novità è il crescente peso della finanza. Non che l'ottimizzazione dei mercati sia in sé un male ma i suoi effetti benefici sono meno visibili di quelli della lampadina di Edison o delle automobili di Ford. Il vero problema però secondo Murray è che nell'industria dei media moltissimi degli imprenditori, capitalisti a tutti gli effetti, sono politicamente orientati a sinistra, non raccontano mai le virtù del capitalismo anzi, se possono a parole prendono le distanze.
Ma se questa è la situazione degli Stati Uniti chissà come Murray descriverebbe quella italiana se ci avesse a che fare...

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