Cultura e Spettacoli

L'arte dal "Miart" al "Mia" è nel segno della ripresa

Al via le kermesse milanesi dedicate alle collezioni moderne e contemporanee (all'ex Fiera) e alla fotografia (al nuovo The Mall). Con lo sguardo al futuro

L'arte dal "Miart" al "Mia" è nel segno della ripresa

Terza edizione del «Miart» targata Vincenzo De Bellis, con una sempre più accentuata tendenza all'internazionalità. Sono 72 le gallerie straniere (25 americane), a testimonianza che oltreoceano il mercato dell'arte è da tempo in piena ripresa. La fiera di Milano che apre oggi (fino a domenica), si presenta per la prima volta con un segno positivo anche in Italia, indicazione che si può considerare lasciata alle spalle la grande crisi che ha condizionato trattative e vendite negli ultimi anni. «Miart» assume un ruolo più chiaro rispetto alle altre fiere nazionali: meno esclusiva e sperimentale di «Artissima», supera il taglio generalista di «ArteFiera», confermandosi un giusto mix tra moderno e contemporaneo, nuovissime tendenze e valori affermati. Il collezionista troverà il meglio dei nomi storici nella sezione Established - Tornabuoni, Tega, Mazzoleni, Contini - e le proposte d'avanguardia raggruppate nella sezione Emergent , dove partecipano gallerie di Londra, Los Angeles, Dubai, Berlino, oltre alla romana Frutta e la senese FuoriCampo. Tutte con la pessima abitudine, un po' fighetta, di non mettere le etichette coi nomi degli artisti.

Il taglio curatoriale è imprescindibile per manifestazioni di questo genere, poiché le fiere d'arte assomigliano sempre di più a festival dove si concentrano non solo le compravendite ma anche un ricco programma collaterale costruito su eventi, talk, visite guidate, e numerosissimi premi di istituzioni e privati che incoraggiano l'acquisto soprattutto dei giovani artisti (Fondo di acquisizione Giampiero Cantoni, Premio Emergent per la migliore galleria giovane, premio Rotary Club Milano Brera e il nuovo premio Herno allo stand col miglior progetto espositivo).

De Bellis, che viene da una significativa esperienza critica, ha radunato al «Miart» personalità di spicco coordinate da Maria Cristina Didero della Fondazione Bisazza (Vicenza), Paola Nicolin dell'Università Bocconi di Milano e Alessandro Rabottini curatore del MADRE di Napoli per un fitto programma di incontri chiamato Miart Talks . Un'altra sezione in cui si vede significativa la mano curatoriale è THENnow , ovvero nove coppie di generazioni diverse a confronto, confermata dopo il successo dello scorso anno: tra questi il maestro dell'Arte Povera Jannis Kounellis con la fotografa newyorkese classe '82 Talia Chetrit; il pioniere dell'astrazione Max Bill e la tedesca Ulla Von Brandenburg, accanto a nomi ricercatissimi sul mercato come Giorgio Morandi e Pino Pascali. Nonostante l'arte continui a rivolgere lo sguardo al recente passato, c'è voglia di novità, di lasciarsi alle spalle l'atteggiamento un po' vintage che ha attraversato questi anni incerti, e proporre finalmente il nuovo come scommessa per il futuro. Altra significativa conferma il gruppo di 13 gallerie che si occupano di design moderno e contemporaneo - la sezione Object - curioso antipasto del Salone del Mobile che la prossima settimana porterà a Milano il pubblico delle grandi occasioni e evidente sottolineatura del fatto che arte e design siano linguaggi complementari, persino indistinguibili.

Sfruttando la positività del clima Expo, è tutta Milano a essere coinvolta in questo weekend dell'arte, dalla mostra- monstre di Germano Celant alla Triennale - alla retrospettiva dedicata allo spagnolo Juan Munoz all'Hangar Bicocca. Stasera inaugurano le principali gallerie con proposte di livello: tra cui Roni Horn da Raffaella Cortese, Cory Arcangel alla Lisson Gallery, Giuseppe Uncini alla Fondazione Marconi, Gary Hill da Lia Rumma e Elad Lassry da Massimo De Carlo.

Sabato è anche il giorno d'apertura del «MIA», la fiera di fotografia che da cinque edizioni vede crescere consensi e favori del pubblico (145 le gallerie partecipanti). Qui c'è un'importante novità, il nuovo spazio The Mall, nel quartiere di Porta Nuova, uno dei cambiamenti più evidenti dell'urbanistica milanese per accogliere l'Expo. Ideata da Fabio Castelli, la rassegna mescola fotografia storica a nuove tendenze internazionali, da artisti che manipolano questo linguaggio a fotoreporter di attualità. Fino a lunedì si potranno vedere proposte per un collezionismo in grande crescita, favorito anche da prezzi ancora piuttosto abbordabili.

Anche al «MIA» non mancano i progetti culturali, come quello dedicato al centenario di Roland Barthes curato da Gianlugi Ricuperati; la mostra Tempo ritrovato dedicata agli scatti di Giuseppe Pelizza da Volpedo, il pittore del Quarto Stato , e Uno sguardo lento , il fotolibro d'artista in Italia con pubblicazioni selezionate dagli anni '70 a oggi.

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