Cultura e Spettacoli

L'arte di Turner e Constable ancora oggi rivoluzionaria

Paesaggi sublimi, colori e luci accecanti, grande audacia tecnica Le esposizioni londinesi mostrano il lato inedito dei due maestri

da Londra

Turner e Constable, due contemporanei dell'Ottocento inglese a confronto in due grandiose rassegne a Londra per riscoprire dipinti dimenticati o ritenuti perduti, sottolinearne divergenze e affinità e la comune influenza sugli Impressionisti. Entrambi contestati in patria dove suscitarono perplessità fra il pubblico e l'ostilità dei critici, John Constable (1776-1837) è il grande pittore della natura lontana dal pittoresco, che per tutta la vita studiò e assorbì la tradizione europea dei paesisti classici - Poussin, Lorrain, Rubens, gli olandesi - trascendendola in composizioni di straordinaria unità pittorica con distillati di luce contro ogni convenzione accademica; Turner (1775-1851) è il gigante della pennellata libera e travolgente, dei paesaggi dalle mille allusioni storico-mitologiche, della riflessione filosofica e scientifica, il pittore del mare e delle tempeste, della piena sovranità della luce e del colore.

La mostra al Victoria and Albert Museum Constable: The Making of a Master (fino all'11 gennaio) traccia con 150 opere il percorso di un interprete supremo del paesaggio inglese che trascendeva il dato realistico giungendo al capolavoro compiuto solo attraverso una profonda e instancabile elaborazione del soggetto attraverso numerosi studi, schizzi, acquerelli, piccole opere d'arte in se stesse, che annunciano le meraviglie delle diverse angolazioni della Cattedrale di Salisbury o le versioni delle brughiere di Hampstead, fra le quali la riscoperta Branch Hill Pond sotto cumuli di nuvole bianche in un cielo minaccioso appena tinto d'azzurro. Oppure il capolavoro in assoluto Il carro del fieno del 1821 che tanto impressionò Delacroix da fargli ridipingere Il massacro a Chios . Paradossalmente il pittore che definì il modo di guardare il paesaggio inglese non ebbe alcun impatto sulla pittura inglese dell'Ottocento, mentre in Francia la sua influenza fu immediata, e come Turner costituì un vitale anello di congiunzione fra romanticismo e impressionismo.

Joseph Mallord William Turner, il pittore intenso e inquietante che fra i contemporanei soltanto il grande critico John Ruskin seppe capire e apprezzare, al di là delle diverse interpretazioni che lo vedono a volte come un artista squisitamente romantico influenzato dall'estetica del sublime e del pittoresco, altre volte, soprattutto in tempi recenti, come il primo pittore modernista antesignano degli Impressionisti se non addirittura dei coloristi del XX secolo come Mark Rothko, resta in definitiva un pittore grande e misterioso. Basti guardare l' Angelo in piedi nel sole , dipinto nel 1846, un'immagine affascinante, apocalittica, oscura nel suo glorioso bagno di luce dorata. Forse un autoritratto, perché dopo tutto, come scrisse Ruskin, Turner era un arcangelo. È una delle «Radical Squares» esposte per la prima volta al pubblico al centro della splendida rassegna della Tate Britain di Londra (fino al 25 gennaio) sugli ultimi quindici anni di vita e di lavoro di Turner, quelle piccole tele sperimentali controverse e accolte con scherno al tempo della loro apparizione, i cui soggetti sono ancora difficili da afferrare, e che lo stesso Ruskin definiva sintomatiche di declino.

Sono proprio i pregiudizi vittoriani e gli stereotipi riduttivi del '900 che i curatori di The Late Turner: Painting Set Free si prefiggono di correggere esplorando i capolavori della sua ultima stagione e invitando a guardare Turner come un artista non soltanto dalle folgoranti intuizioni moderne, ma anche legato alla tradizione, sempre audace e capace di inventiva fino alla morte, profondamente immerso nella vita e nella politica del suo tempo. La rassegna riunisce in sei sale 180 opere realizzate negli anni del declino fisico ma di sorprendente vitalità. Anni che coincisero con i fermenti rivoluzionari dai quali l'artista non si lasciò trascinare, preferendo esplorare il declino morale e politico dell'Europa attraverso la storia dell'antica Roma. Di qui alcune delle tele più suggestive fra cui, prestata dal Getty Museum, Modern Rome, Campo Vaccino (1839).

Ma se in termini di innovazione è la prima straordinaria rappresentazione pittorica di un treno ( Pioggia, vapore e velocità , del 1844) a imporsi e a sfidare l'idea di dipinto compiuto, la mostra ne ricorda molte altre prima di giungere all'audace pennellata e alla tecnica del vortice delle tele quadrate, che con temi biblici, la teoria dei colori di Goethe e lo splendido componimento cromatico luministico Burial at Sea (1842) sono il punto culminante della rassegna. Non da meno i dipinti incompiuti che seguono, sempre nuovi e toccanti perché anche dopo i settant'anni Turner eseguì acquerelli seducenti durante l'ultimo viaggio sui laghi svizzeri e a Venezia, ritornando ai luoghi e alla luce del suo primo viaggio in Italia.

Fino alla fine fedele alla sua arte.

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