Cultura e Spettacoli

Il ritorno del Boss

Il 23 ottobre uscirà Letter to you, il nuovo disco di Bruce Springsteen. Nove i brani inditi, tre reincisi e un docufilm targato Apple

Il ritorno del Boss

Quando hai 71 anni e sei Bruce Springsteen, puoi permetterti qualsiasi sogno. Anche di pubblicare un disco registrato in cinque giorni con una band che suona con te da quarantacinque anni. Si intitola Letter to you, lo attendono in tutto il mondo e uscirà il 23 ottobre in contemporanea con un documentario su Apple Tv. "Ho sentito il bisogno di fare un disco con la E Street Band, ma c’era un problema: da sette anni non scrivevo canzoni con loro", ha spiegato ieri Bruce Springsteen spiegando di essersi chiesto se fosse ancora in grado di farlo. "Durante l’estate sono andato a trovare un vecchio amico molto malato. Lui ed io eravamo gli ultimi membri ancora vivi della mia prima band. Se ne è andato pochi giorni dopo. Così ho deciso di iniziare a scrivere pensando al mio passato e alla fine le dodici canzoni sono fondamentalmente il riassunto di ciò che ho imparato tra i 17 e i 70 anni...". In poche parole, come spiega lui, Letter to you parla "di perdita, della gioia di suonare e della meraviglia di fare musica come parte di una rock’n’roll band, quella strana forma di fratellanza che ti porta a suonare 45 anni dopo con la stessa gente con la quale andavi alle superiori". Tra l’altro a suonare in fretta, molto in fretta fino al risultato voluto: "Abbiamo registrato le canzoni in massimo cinque giorni, tre ore a canzone".
Dopotutto "sono 45 anni che suoniamo tra di noi. Abbiamo vissuto insieme. Abbiamo visto tutti i nostri lati positivi e quelli negativi. E gli ultimi due decenni di musica insieme sono stati i migliori e i più sereni di tutta la nostra carriera". Nel disco ci sono nove brani del tutto inediti e appena composti ma anche tre (Janey needs a shooter, If I was the priest, Song for orphans) che invece risalgono agli anni ’70 ed erano conosciuti soltanto ai super fan o forse neppure a quelli. "Tutto è nato per caso. Stavo cercando un vecchio brano da pubblicare per il Record Store Day, ma poi suonava così bene da farmi dire 'beh, questo potrebbe non essere il brano giusto per questa occasione'". Così ne ha trovati altri due e li ha reincisi. Uno di loro, il rock’n’roll di If I was the priest, "è stato uno dei primi brani che ho suonato per il leggendario John Hammond, quello che mise sotto contratto Bob Dylan, Aretha Franklin e Billie Holiday".
Invece il primo brano scritto per questo disco è Last man standing "perché volevo andare direttamente all’idea di essere l’ultimo sopravvissuto della mia prima band". Poi tutti gli altri brani sono arrivati dopo, uno dopo l’altro, in fretta. Oltretutto in questo disco mancano due colonne della E Street Band, Danny Federici mancato nel 2008 e Clarence Clemons, il gigante del sax, morto nel 2011. Al suo posto c’è il nipote Jake, che ha 40 anni ed è stato "meraviglioso nel calzare le grandi scarpe che erano di Clarence", spiega Springsteen.
Come spesso accade, una star di settanta anni fa i conti con il passato e con chi non c’è più e magari lo ha accompagnato per tantissimo tempo. "Jake ha proprio i geni della famiglia Clemons", sottolinea con una punta di malinconia.
Senza pandemia, dopo un disco la E Street Band e Springsteen sono sempre partiti per un tour mondiale, lungo, lunghissimo, talvolta estenuante. Stavolta ovviamente no, e pare che non se ne parli fino al 2022. Proprio per questo è stato "confezionato" questo documentario Apple che si intitola proprio come il disco e lo racconta fino in fondo. È un dietro le quinte con la band che suona e con Springsteen che racconta i motivi delle canzoni, i retroscena, il significato dei testi. "Il film mi ha incoraggiato a chiedermi spesso “che cosa volevo esattamente dire in questo brano?”. Così ho guardato ciascun brano con molta più profondità di quanto avessi fatto prima".
Infine c’è una curiosità: la chitarra con la quale ha composto i brani è stata donata da un fan italiano: "Dopo un mio concerto a Broadway, un ragazzo viene da me e mi dice: 'Questa chitarra è per te'. Poi, nel mio salotto, ho visto che aveva un meraviglioso legno e un suono eccellente. Una sorta di magia. E dieci giorni dopo avevo finito di comporre tutte le canzoni".

Più rock di così.

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