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La misteriosa morte del presidente del Brasile

Forse Joao Goulart, alla guida del Paese sudamericano nei primi anni Sessanta, fu avvelenato. Per questo è stata decisa la riesumazione del corpo.

E' stato l'ultimo presidente del Brasile democratico, prima degli anni bui della dittatura cominciata nel 1964. E la sua morte, avvenuta nel 1976 in esilio, in Argentina, è un mistero. Anzi un giallo. Forse Joao Goulart fu avvelenato, come il leader palestinese Yasser Arafat. E ora le autorità di Brasilia hanno deciso di vederci chiaro e di riesumare il corpo. Esattamente come è successo per la guida del popolo palestinese. Anzi, i lavori sono già iniziati: «Abbiamo cominciato perforando le pareti della tomba», ha spiegato il perito Jorge Gonzalez Perez. La salma arriverà poi a Brasilia dove verrà ricevuta con tutti gli onori dal presidente Dilma Rousseff.
IL sospetto degli investigatori è che Goulart, politico di sinistra, alla guida del Brasile fra il 1961 e il 1964, sia stato eliminato e la sua morte pianificata all'interno dell'operazione Condor, la repressione degli oppositori coordinata fra le dittature sudamericane negli anni Settanta. Goulart sarebbe stato avvelenato e ora si va alla ricerca dei gas tossici che sarebbero stati impiegati per toglierlo di mezzo. Chissà. C'è chi è convinto che si tratti di fantascienza e chi invece ritiene gli accertamenti doverosi. Va detto, per inciso, che anche la morte di Arafat è sempre stata al centro di infinite tesi, fra loro contraddittorie, e solo da pochi giorni si sostiene con una certa sicurezza che ad ammazzarlo fu il polonio.


In ogni caso la fine dell'esperimento politico di Goulart fu traumatica: accusato di essere al servizio del "comunismo internazionale", fu defenestrato nel '64 da un golpe militare appoggiato dagli Usa.

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