Cultura e Spettacoli

È morto lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld

Sopravvissuto ai lager nazisti, detestava l'etichetta di "scrittore della Shoah"

È morto lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld

"Certo, ho conosciuto l’'olocausto, ma non posso parlare per sei milioni di persone sterminate". Per Aharon Appelfeld nessun epiteto era più irritante di quello di "scrittore della Shoah". Un personale odio per quell'etichetta, che pure ricordava la sua statura tra i principali intellettuali che hanno raccontato gli orrori del nazismo, che aveva confessato anche in un'intervista al Giornale.

Lo scrittore e intellettuale israeliano, che dai lager era però passato quando aveva solo nove anni, è morto questa notte a Gerusalemme, a 85 anni d'età. Noto per libri come La novella d’Israele, Storia di una vita e Paesaggio con bambina, pubblicati in Italia da Guanda, aveva scritto tanto dell'Olocausto quanto della guerra e dell'Europa dopo il secondo conflitto mondiale. Scriveva in ebraico, una lingua che non aveva imparato prima dei 13 anni.

Nato nel 1932 a Czernowitz, nella Bucovina, un territorio che si trova oggi nella moderna Ucraina e che fu romeno tra le due guerre, riuscì a fuggire dal campo di sterminio dove era stato rinchiuso con il padre, dopo che la madre era stata uccisa, finendo in clandestinità nei boschi e poi per lavorando anche come cuoco nell'Armata rossa.

Al termine della guerra raggiunse il Medio Oriente dopo avere trascorso un periodo a Napoli, in un campo profughi con molti degli ebrei sopravvissuti alla Shoah. In Israele avrebbe poi ritrovato il padre, anche lui sopravvissuto ai campi, nel 1957.

"Prima di tutto sono ebreo. Secondo, vivo in Israele. Terzo, sono nato in Europa.

Dunque sono un ebreo israeliano e poi europeo", aveva detto in un'intervista Appelfeld, che nel 1948 aveva combattuto nella Guerra arabo-israeliana, quella che per gli israeliani è la Guerra d'indipendenza e che i palestinesi conoscono semplicemente come "La catastrofe".

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