Cultura e Spettacoli

Ora tutti d'accordo: il "Quarto Reich" è un vero problema

Il libro di Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano continua a far discutere

Ora tutti d'accordo: il "Quarto Reich" è un vero problema

Quando, nel settembre 2014, arrivò in libreria Il Quarto Reich scoppiò il finimondo. L'agile e puntuto saggio, a firma di Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano, si tirò velocemente addosso il fuoco di fila di un certo establishment culturale. Più il libro saliva nelle classifiche di vendita, più si potevano contare recensioni o commenti che gridavano alla «esagerata provocazione», se non alla «boutade». Qualcuno si spinse a dire, addirittura, che il titolo «metteva i brividi». Anche i giornali tedeschi si schierarono rapidamente a quadrato contro le accuse che arrivavano da sotto le Alpi. La Frankfurter Allgemeine Zeitung , il principale quotidiano tedesco, chiosava in un articolo sul volume che «gli italiani leggono poco, ma quel poco che leggono sono le teorie cospirative sulla Germania». Del resto l'idea di prendere di petto il ruolo della Germania nell'Ue era in quei mesi ancora un tabù. La retorica europeistica, basti pensare alle posizioni di Giorgio Napolitano, era decisamente predominante. E Berlino, in politica è un merito, molto attenta a tutelare le sue posizioni.

Ora, visto il successo (30mila copie), il volume esce anche nella versione degli Oscar (pagg. 140, euro 12), sempre per i tipi di Mondadori. Ma in pochissimo tempo, ne prendono atto anche i due autori nell'introduzione alla nuova edizione, il numero di voci che si sono levate contro il ruolo egemone di Berlino è decisamente aumentato. Giusto qualche esempio: a dicembre è stato l'ex ministro (di sinistra) del Welfare Cesare Damiano a dire che «in Germania la Merkel pensa a ricostruire l'Impero tedesco». Ma anche giornali economici, moderati per natura, come il Sole 24 Ore , hanno messo in luce come certe scelte di Berlino siano quanto meno discutibili. Un'inchiesta a firma di Andriana Cerretelli (del 2 ottobre 2014 e titolata Deutschland Über alles, anche nella Ue ) ha segnalato che «alla lunga un autismo di Berlino senza freni potrebbe causare danni senza ritorno per l'intera eurozona». Queste voci si sono moltiplicate anche in altri Paesi, come la Spagna e la Grecia. Persino la stampa tedesca si è messa a fare autoanalisi. Magari assolvendosi, ma comunque prendendo atto della questione. Basta pensare a un articolo dello Spiegel di marzo il cui titolo, in italiano, suona così: «La supremazia tedesca. Ciò che vedono gli europei quando guardano alla Germania» e che cita come punto di partenza per la riflessione il saggio di Feltri e Sangiuliano. Non male per una «esagerata provocazione», anzi una «boutade». Perché a volte la gente non ha proprio voglia di sentir dire che il re è nudo.

Soprattutto se più che un re è un kaiser che usa le banche come panzer o l'euro-burocrazia come linea Sigfrido.

Commenti