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In poco, c'è tutto Il micro-romanzo della Linossier

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In poco, c'è tutto Il micro-romanzo della Linossier

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Santissima brevità. Uno dei romanzi più brevi della storia del romanzo s'intitola Bibi-la-Bibiste : in cinque pagine (corrispondenti ad altrettanti capitoli) si ricapitola un'esistenza intera. In totale, dall'Infanzia al Sipario, 37 righe. Di lei, la fatale Bibi-la-Bibiste, sappiamo che «a sedici anni, lavorò in un atelier», che non intese «opporsi ai disegni misteriosi del Destino» e che morì sifilitica ma vergine «come Maria sua patrona, come Giovanna d'Arco». Misteriosa quanto Bibi-la-Bibiste è la sua creatrice, Raymonde Linossier (1897-1930), ragazza dal «viso intenso e quasi selvaggio», figlia ribelle di un affermato professore di biochimica. Nel 1918, per Birault, in cinquanta esemplari numerati, la Linossier partorì il romanzo-haiku, «uno dei grandi avvenimenti letterari» dell'anno, secondo Sylvia Beach, l'americana a Parigi che fondò la mitica libreria Shakespeare and Company. E che nel 1922 pubblicò in prima mondiale l' Ulysses di Joyce. Dove riappare, sorta di Zelig in gonnella, anche lei, la Linossier.

Evanescente come la sua Bibi, Raymonde era tra le nove elette che battevano a macchina l' Ulysses di Joyce, affinché Sylvia Beach potesse stamparlo. L'irlandese le fu grato: le inviò copia autografa del capolavoro. In cui compare anche lei, nell'episodio Circe. Non abbastanza. Il romanzo-confetto di Raymonde diventa una moda. L'opera micro della Linossier attira l'attenzione di Ezra Pound, che nel 1920 tenta di far pubblicare «il rarissimo libro» a New York e a Londra: infine lo stampa sul numero di settembre-dicembre 1920 del The Little Review (dove scrivevano, per intenderci, Eliot, Joyce, Hemingway, dove sfoggiavano opere Picasso, Max Ernst e Duchamp), con una nota in cui dichiara il libello «un capolavoro». Chapeu.

Riemerso dall'oblio grazie a Antonio Castronuovo, che dedica un centinaio di pagine per evocare, tra studi e apparati, l'eccentrica Linossier, Bibi-la-Bibiste (Stampa Alternativa, pagg. 112, euro 12) fu dedicato a Francis Poulenc. L'eminente compositore francese era amico intimo, d'infanzia, della Linossier: per lei abdicò alla propria confessa omosessualità, «Raymonde era la sola persona con la quale avrebbe voluto vivere, essendo anche arrivato al punto che l'idea di rinunciare a lei gli era insopportabile» (Castronuovo). Raymonde morì, tuttavia, trentaduenne, nel 1930.

Nella tomba fu deposto il manoscritto del balletto di Paulenc, Les Biches .

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