Cultura e Spettacoli

Il poeta Beckett? Non amava le sue poesie

Il poeta Beckett? Non amava le sue poesie

Non le considerava granché le sue poesie, le riteneva prive di valore, quando non addirittura porcherie vere e proprie. Ma questo era Samuel Beckett, il drammaturgo del pessimismo e della disperazione, premio Nobel per la letteratura. Il quale tuttavia, se negli anni della maturitá non sopportava la sua prosa antecedente il romanzo Murphy (1938), non nascondeva un certo affetto per le poesie giovanili. Non a caso il suo primo scritto fu una poesia, la famosa Whoroscope (Oroscopata) del 1930 cui seguì poco dopo Ossi dell'eco, e poesia fu il suo ultimo scritto, la tormentata lirica Qual'è la parola composta poco prima di morire nel 1989. Per quanto esigua sia stata la sua produzione poetica, la poesia é intessuta in tutta la sua opera di scrittore, come sottolinea il volume pubblicato in questi giorni a Londra dall'editore Faber The collected Poems of Samuel Beckett, a cura di Sean Lawler e John Pilling (pagg. 499, sterline 30). Prima edizione critica dell'opera meno studiata dello scrittore e la raccolta piú completa di poesie e di traduzioni di versi fino ad ora pubblicata, essa propone un canone definitivo ampiamente documentato e commentato che va ad aggiungersi al vasto panorama di studi accademici su Beckett, promossi dalla Beckett International Foundation dell'Università di Reading. Attingendo a numerose fonti, ai manoscritti e alla vasta corrispondenza dello scrittore, i curatori analizzano ogni poesia dettagliandone la storia e le circostanze della composizione, segnalando significative riscritture e varianti seguite all'iniziale «spontanea combustione dello spirito», illuminando le allusioni piú oscure e identificandone le risonanze nell'intera opera di Beckett. Come sottintendono i curatori nell'introduzione non è il caso di pretendere che Beckett fosse un grande poeta, ma la sua poesia è fondamentale per comprendere la complessità della sua opera completa. Perché fu nella poesia piú che nei drammi che lo scrittore si confrontò piú intimamente.
Le poesie di altri poeti hanno ispirato a Beckett traduzioni che sono poesie a se stanti di cui i curatori sottolineano i meriti, esemplari di Mallarmé, André Breton, Eluard, la sua versione di Zone di Apollinaire. Fra le altre poesie una versione tedesca di Cascando, diverse Mirlitonnades in inglese e in francese, alcuni epitaffi degli ultimi anni. Oltre alle versioni stringate degli aforismi di Chamfort, pubblicati negli anni Settanta.

E al reiterato estremo tentativo di dare un senso all'angoscia della condizione umana nell'ultima grande poesia What Is the Word: «qual è la parola / visto tutto questo / tutto questo questo qui / smania di vedere quale / intravedere / credere d'intravedere / volere credere d'intravedere / là lontano laggiù a fioco quale / smania di volervi credere d'intravedere quale / quale / qual è la parola / qual è la parola / Qual è la parola».

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