Cultura e Spettacoli

Ma pubblicare è un orgoglio!

La fiera delle sigle indipendenti. Con tante sorprese

Aprire una casa editrice, come testimonia in questa pagina Gianluca Barbera, è un inferno burocratico, tanto da spingere a rinunciare. Me se si resiste, e si persevera nell'incoscienza, si possono creare cose, e case , splendide. Come gli editori che ieri, oggi e domani, a Milano, danno vita a Book Pride , la prima fiera dell'editoria indipendente, che significa piccoli e piccolissimi editori, che significa un grande evento di promozione della cultura non omologata e autofinanziato dagli stessi editori partecipanti, senza contributi né pubblici né privati. Che significa - ha detto qualcuno - «un gesto artistico, culturale e politico». Esclusi i cinque maggiori gruppi editoriali italiani (e i marchi che producono libri a pagamento), ecco sfilare negli spazi dei Frigoriferi Milanesi (via Piranesi 10) il meglio dell'italica arte di «fare libri».

Qualche nome? A nostro insindacabile giudizio, citiamo: Astoria, che ha appena pubblicato una raccolta di racconti ormai introvabili da anni di Dorothy Parker, Dal diario di una signora di New York (leggete ad esempio «Alla luce del giorno», sulla vacuità della fama). Del Vecchio editore, che porta un inedito di Colette, La stella del vespro , una raccolta di «impressioni» scritte mentre era condannata dall'artrosi, chiusa dentro il suo appartamento al Palais-Royal a Parigi, uscita la prima volta nel 1946. Le edizioni Clichy, che soprattutto nella collana «Père Lachaise», dalle copertine accese, stanno pubblicando un titolo più bello dell'altro, da I peggiori criminali del nostro tempo di Daniel Defoe a Compagni di viaggio di T.C. Worsley. Le edizioni e/o, che hanno appena pubblicato una bellissima raccolta di saggi, discorsi e interviste di Christa Wolf, Parla, così ti vediamo . Indiana, che porta qui il nuovo pamphlet di Pippo Civati Il trasformista , per capire quest'epoca di (falsi?) cambiamenti. Le splendide edizioni Henry Beyle, che tirano fuori solo libri elegantissimi: gli ultimi sono Dizionario della Makina di Ennio Flaiano e il minuscolo Stamattina ho potato le rose di Antoine de Saint Exupéry. E poi ci sono Mimesi, Gallucci, 66thand2nd , Beccogiallo, Pagine d'arte, l'intellettualissima Quodlibet... Tutta gente che - per fortuna nostra - una casa editrice alla fine l'ha aperta.

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