Cultura e Spettacoli

Dal rigattiere di parole: Pigmentario

Fino a tutto l'Ottocento si è usato questo sostantivo per indicare “Colui che unge e imbalsama i cadaveri”

Dal rigattiere di parole: Pigmentario

Fino a tutto l'Ottocento si è usato questo sostantivo per indicare “Colui che unge e imbalsama i cadaveri”, come lo definisce il Tommaseo, che cita i Dialoghi di San Gregorio. Altri dizionari, come destinatari delle cure del Pigmentario ai morti aggiungono anche i vivi. Spiega il Cardinali Borrelli: “in latino pigmentum vale colore, liscio, belletto, e si deduce da Pingo (dipingere, ndr). Si trova anche in senso di unguento composto di materie odorifere; ed in questo senso ha potuto esser trasferito ad indicare coloro che ungono i cadaveri”. Ricordiamo che un Pigmento è, in estrema sintesi, “colore per dipingere”. Per il Panlessico pigmentario era anche “venditore di belletto, d'unguenti”, per il Pianigiani anche Profumiere. Oggi la parola è scomparsa.

Chi unge i vivi si chiama estetista, chi imbelletta i morti, tanatoprattore (parola alla quale abbiamo già dedicato una puntata di questa rubrica).

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