Cultura e Spettacoli

Dal rigattiere di parole: Rocambolesco

È un aggettivo con una sua dignità, ma abusato nel linguaggio giornalistico, che, con i suoi automatismi nella scelta delle parole, l'ha ridotto a un prevedibile luogo comune

Dal rigattiere di parole: Rocambolesco

È un aggettivo con una sua dignità, ma abusato nel linguaggio giornalistico, che, con i suoi automatismi nella scelta delle parole, l'ha ridotto a un prevedibile luogo comune. Significa, come tutti sanno, audace e spregiudicato, indica imprese, avventure, fughe, evasioni caratterizzate da peripezie, con qualche sfumatura di ammirazione per l'abilità e l'ardimento di chi ne è protagonista. Va in dettaglio G. Falco nel Dizionario letterario Bompiani, citato dal Deli: “Una successione di fatti che la fragile fantasia umana non può immaginare né seguire, che toglie il sonno, che mozza il respiro”.

L'aggettivo, infatti, proviene dal nome di un personaggio romanzesco dell'Ottocento, Rocambole, di cui è rimasto poco più del nome. Nacque grazie alla penna di Pierre Alexis Ponson du Terrail, uno scrittore francese (1829-1871) che, a partire dal 1857, dedicò un immenso ciclo di storie popolari e avventurose (oltre 30 volumi) a questo personaggio sempre al centro di intrighi complicati. Da un punto di vista letterario, molta azione e poca profondità: ma il successo di pubblico fu straordinario, tanto che dopo la sua morte numerosi altri scrittori (Contact Guerolt, Jules Cardoze, Frederic Volade) continuarono a pubblicare avventure con protagonista lo stesso Rocambole, nome all'epoca evidentemente non protetto da diritti. Auguste Anicet-Bourgiois (1806-1871), autore e co-autore di commedie leggere, nel 1864 portò il personaggio anche in teatro.

Interessante l'evoluzione del carattere di questo eroe popolare: nato cattivo, dal quarto romanzo ebbe una trasformazione positiva, indossando gli abiti del ladro gentiluomo e bene intenzionato. Rocambole ha ispirato anche film e serie tv, ma si può dire che i romanzi di Ponson du Terrail ormai sono pressoché dimenticati; quello che è rimasto, mano a mano che la fortuna letteraria sfumava, è quell'aggettivo derivato, “rocambolesco”, ancora tenacemente legato, come riflesso condizionato, a un'azione originale e ardita di cronaca nera. La comparsa nella lingua italiana viene fatta risalire al 1904-1905. Anche il Panzini, che nel suo Dizionario moderno uscito proprio in quegli anni è generalmente schizzinoso con i termini stranieri, “assolve” questo termine, dando anzi del “geniale” a Ponson du Terrail.

Da che cosa derivi il nome Rocambole non è così chiaro.

Rocambole in francese indica l'”aglio di Spagna” dal caratteristico sapore piccante, che potrebbe avere qualche analogia con le intense e pungenti avventure di questo beniamino dei lettori ottocenteschi.

Commenti