Cultura e Spettacoli

Un ritratto nascosto sotto la Gioconda?

C’è la sagoma di un’altra Monna Lisa, con un pendente a perla e spilli nell’acconciatura dei capelli, sotto la Gioconda che si può ammirare al Museo del Louvre di Parigi

Un ritratto nascosto sotto la Gioconda?

C’è la sagoma di un’altra Monna Lisa, con un pendente a perla e spilli nell’acconciatura dei capelli, sotto la Gioconda che si può ammirare al Museo del Louvre di Parigi. O meglio: sotto la vernice della pittura dell’opera più celebre di Leonardo da Vinci, che avrebbe iniziato a dipingere nel 1503, ci sono ben tre diverse stesure nascoste di un disegno della gentildonna, che presenta numerose varianti rispetto all’enigmatico sorriso che inquieta da quasi 500 anni. E l’ipotesi avanzata dallo scienziato francese Pascal Cotte, co-fondatore della società di ingegneria elettronica Lumiere Technology di Parigi, che nel 2004 ha avuto la possibilità di eseguire una serie di analisi non invasive sul dipinto, sperimentando una nuova tecnica chiamata Layer Amplification Method (Lam), come riferisce la Bbc, anticipando il documentario dal titolo The Secrets of the Mona Lisa che sarà trasmesso domani sera dalla rete televisiva britannica e che racconta dieci anni di ricerche.

L’ingegnere Cotte illustra i risultati delle sue ricerche nel libro «Lumière on the Mona Lisa. Leonardo da Vinci. Hidden portraits» (Hudson Hills Press), presentato in anteprima a Londra e a Shanghai. Il volume si avvale della prefazione del professore Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale di Vinci, che osserva come le ricerche di Cotte offrano agli studiosi «una serie impressionante di nuove scoperte, realizzate esaminando direttamente il dipinto del Louvre con la più avanzate tecniche multispettrali: cambiano la storia finora conosciuta della Gioconda/Monna Lisa». Finora il Louvre non ha commentato i risultati degli studi di Cotte. Pascal Cotte ha riordinato e analizzato migliaia di immagini multispettrali (elaborate con la tecnologia Lam - Layer Amplification Method, da lui inventata), registrate direttamente sulla Gioconda del Louvre, archiviando 3 miliardi di punti dati. Lo scienziato francese ha così individuato 155 ’segreti visivì, cioè non visibili ad occhio nudo, ma fatti emergere dalle analisi al Lam sotto la vernice. Il primo ritratto nascosto era impostato in dimensioni più grandi rispetto alla figura attuale: Cotte ha fra l’altro riscoperto la puntinatura dello spolvero in diverse zone, compresa la poltroncina a pozzetto; un naso differente; più ampie sono la mano e la manica destra; le dita della mano sinistra sono più grandi verso il basso.

Nel secondo ritratto nascosto, Cotte ha individuato l’aggiunta di molti dettagli sorprendenti: notevoli cancellature del ritratto precedente che sembrano eseguite con la mano destra (anziché con la sinistra, come nella «Dama dell’Ermellino»); aghi (o spilloni) per l’acconciatura dei capelli; un pendente a perla; i puntini dello spolvero della cuffia, della sommità della testa e del velo sulla fronte; elementi decorativi a stella. Le mani sono già impostate, e così la balaustra e il paesaggio, ma subiranno trasformazioni. Gli accessori e gli attributi decorativi fanno pensare a un ritratto di una dama facoltosa, qual era Lisa Gherardini, grazie alle ricchezze del marito, il mercante fiorentino Francesco del Giocondo. Nel terzo ritratto nascosto, lo studio di Cotte rileva come Leonardo da Vinci abbia cancellato e ridisegnato diversi contorni, stendendo un nuovo strato come fondo per la pittura; vengono meno spilloni e perle; cambia la cuffia; l’acconciatura dei capelli sulle spalle è ben diversa da quella della versione precedente e della quarta, finale e visibile oggi; modifica i lineamenti del volto e del naso; dà volume alla veste; la bocca appare molto più piccola, il collo e le spalle diverse dalla versione conclusiva; la camicia con décolleté è differente dall’attuale e presenta tracce di spolvero, che si ritrovano pure nel velo sulla fronte, che non corrisponde all’ultima versione; la veste presenta finestrelle con nastri (stringhe), gamurra, spalline e acciaioli. Lo scienziato Pascal Cotte ha scoperto una croce in ciascuna pupilla, come se servisse per definire (modificare) la posizione e l’orientamento dello sguardo della Gioconda.

Nel sottolineare la presenza delle sopracciglia, Cotte tende a riferirle al ritratto finale, dove tuttavia non si vedono a occhio nudo.

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