Cultura e Spettacoli

Il terrore si introduce in casa di soppiatto

«Visti dalla finestra, gli svedesi sembrano tutti molto conformisti. Osservati dall'esterno sembrano abitare in case tutte uguali, avere lo stesso aspetto, fare le stesse cose e possedere gli stessi oggetti». È una valutazione apparentemente innocente quella che Margot Silverman fa rispetto alle abitudini del suo popolo. Una valutazione che sarebbe naturale e innocua se a farla non fosse un'esperta di serial killer e stalker di Stoccolma che ha appena visionato le riprese fatte da un'omicida a una delle sue vittime. Video che puntualmente sono stati postati su youtube perché la polizia possa chiedersi le ragioni dei suoi gesti come ci viene raccontato fra le pagine dell'ultimo romanzo di Lars Kepler intitolato Nella mente dell'ipnotista (Longanesi). I coniugi Alexandra Cohelo e Alexander Ahndoril da tempo hanno unito le forze letterariamente nascondendosi dietro lo pseudonimo di Lars Kepler per raccontarci come si muovono carnefici, vittime e inquirenti nella moderna Svezia contemporanea.

Il loro quarto romanzo costringe a ritornare in azione il problematico terapeuta Erik Maria Bark già conosciuto dai lettori nel superbestseller L'ipnotista (2010) costretto grazie alle sue abilità di ipnosi ad esplorare la mente del paziente Bjorn per scoprire l'identità di chi ha massacrato sua moglie Susanna. «Scriviamo storie che non danno un'immagine rassicurante del nostro paese ma crediamo che sia estremamente reale» confessano i coniugi Alexandra Cohelo e Alexander Ahndoril di passaggio in Italia. «Il nostro è un paese con molti problemi. Abbiamo al parlamento un partito razzista e contemporaneamente le nostre strade sono piene di immigrati quasi tutti provenienti dalla Romania che chiedono l'elemosina. È un paese dove c'è molto dolore anche se per le persone normali è un luogo sicuro e dove si vive bene. Ovviamente nei nostri thriller cerchiamo sempre di far emergere le situazioni più difficili e tormentose». Grande attenzione è riservata alle patologie psichiche: «Leggiamo molto su questi casi clinici e ne discutiamo anche con alcuni medici per poter poi trasformare in personaggi letterari questi malati reali. I nostri libri sono cupi e violenti perché raccontiamo in maniera sincera ciò che davvero ci spaventa». In particolare la famiglia è poco rassicurante: «La famiglia rappresenta in piccolo la società. La paura che possa essere messa in pericolo dalla violenza esterna è naturale per chiunque abbia dei figli». Il fenomeno degli stalker è centrale nell'ultimo romanzo: «Ci è capitato di trasferirci di casa e ci siamo accorti di come le grandi finestre al piano terra della nostra nuova dimora ci mettessero in vetrina. Eravamo spiati quotidianamente dall'esterno. Ci siamo sentiti inermi e senza difese. Ad Alessandra era già successo in passato di essere perseguitata da uno stalker che era persino arrivato a introdursi nel suo appartamento.

Il 9% degli svedesi è stato vittima almeno una volta nella vita di stalking».

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