Cultura e Spettacoli

Torna Arte Fiera e scommette sulla concretezza

Torna Arte Fiera e scommette sulla concretezza

da Bologna

Nel segno di Alberto Burri e Frederick Jackson Turner si è aperta ieri Arte Fiera a Bologna, il consueto appuntamento annuale con il mercato, che da sempre rivela lo stato di salute di un settore abbondantemente ripresosi all'estero e, finalmente, con segnali confortanti anche in Italia. Lunedì sapremo come è andato il giro d'affari, ma tra i galleristi all'inaugurazione affollata di collezionisti e di curiosi si respirava un'aria ottimista.

Inutile cercare le ultime tendenze internazionali o le cose più alla moda: Bologna si contraddistingue per concretezza, solidità e spirito italiano. Giunti al terzo anno della loro direzione, Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti insistono sulla combinazione dell'elemento festivaliero non rinunciando però a quel taglio generalista che fa di Arte Fiera l'evento più apprezzato dal pubblico, anche per la pluralità di proposte davvero per tutte le tasche. Rispetto al 2014 va in soffitta l'esperimento dell'800 e si ritorna al moderno e al contemporaneo. Con, appunto, alcuni omaggi: a Burri, di cui si celebra il centenario e al grande paesaggista inglese di fine Settecento, oggetto di un biopic in odore di Oscar, per la regia di Mike Leigh, presentato sabato in anteprima a pochi giorni dall'uscita nelle sale cinematografiche. Altro ricordo è quello di Marilena Bonomo, storica gallerista scomparsa la scorsa estate che mai saltava l'appuntamento emiliano: pioniera tra le donne fu capace di portare Arte Povera e Minimal al Sud, a Bari. Sono 188 le gallerie presenti nei due padiglioni, dove assistiamo ad un profluvio di monocromi e cinetici, richiestissimi nonostante i prezzi alti: Castellani, Bonalumi, Dadamaino tutti li vogliono, tutti li cercano. Una moda che ormai va avanti da un bel po', complici gli ottimi risultati d'asta. Cinque le sezioni: la cosiddetta Main incentrata sul Novecento fino agli anni '60, con alcuni focus sulle gallerie protagoniste del mercato italiano, Artiaco di Napoli, De Foscherari di Bologna, Mazzoli di Modena e Minini di Brescia. 24 gli spazi che presentano fotografia, in collaborazione con il MIA di Milano per un altro mercato emergente. 14 «solo show», ovvero altrettante mostre personali con diverse curiosità, tra queste il gruppo giapponese Gutai e il maestro Leonardo Cremonini.

Per chi cerca l'inedito, consigliamo l'approfondimento delle nuove proposte con gallerie che espongono giovani under 35: Thomas Brambilla di Bergamo, Massimo De Luca di Mestre e Doris Ghetta di Ortisei. E poi, a conferma della direzione intrapresa lo scorso anno, lo sguardo sui mercati emergenti, in particolare nel Medio Oriente. Anche la mostra principale, a corollario dei molti eventi sparsi in città che avranno il culmine sabato con l'inaugurazione serale delle gallerie, è dedicata all'Est, per la cura di Marco Scotini: Too Early Too Late alla Pinacoteca Comunale.

Né poteva mancare uno spazio per il food che, in clima di Expo, è il tormentone italico del 2015.

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