Cultura e Spettacoli

A Curonia come a Praga, la tragica commedia dei soviet

È oggi quanto mai necessario un libro che ci ricordi che tutti i totalitarismi sono pronti a rialzare la testa. È questo il messaggio principale dell’ultima opera di Dario Fertilio, giornalista e scrittore. Concerto per carri armati o l’invasione fraterna della Curonia (editrice Santi Quaranta, pagg. 98, euro 10) è una commedia politica, un genere poco frequentato nel nostro Paese.
Nel 1968, in un Paese inventato, un’utopistica Curonia, in una fabbrica, il locale partito comunista approva la resa alle truppe sorelle dei paesi «cirilliani». Fuori, il rumore dei carri armati si confonde con la musica del Concerto per Violoncello e Orchestra in Si minore, Opera 104, di Antonín Dvorák. Immediato il richiamo ai fatti dell’agosto 1968. Mentre le truppe del Patto di Varsavia entrano in Cecoslovacchia per spegnere la Primavera di Praga, a Londra, alla Royal Albert Hall, l’Orchestra di stato sovietica, diretta da Evgenij Svetlanov, esegue l’Opera 104 di Dvorák. Solista è Mstislav Rostropovich, che piange durante l’esecuzione. Questi sono i fatti. Di ’68 ce ne sono stati molti. Mentre milioni di giovani a Berlino Ovest, Londra, Milano, Parigi, Roma volevano l’immaginazione al potere, dall’altro lato della Cortina di Ferro i loro coetanei venivano schiacciati dai carri armati. Ciascun personaggio ha il proprio ruolo: la compagna femminista, il compagno funzionario, il delegato periferico. Ciò che emerge è il sistema basato sulla paura, la delazione, la vigliaccheria.

E non basta l’amore tra Emanuel e Maria a farci credere che l’individuo possa trovare il proprio lieto fine, la via di fuga nell’ambito affettivo, se non è collocabile nel contesto della libertà.

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