Roma

Cursi: «Coinvolgere medici, cittadini e associazioni»

Antonino Torre

«Non so come facciano il presidente della Regione Marrazzo e l’assessore alla Sanità Battaglia a prevedere “a tavolino” per il 2006 la diminuzione da 245 a 180 posti letto per 1.000 abitanti negli ospedali pubblici». Il dubbio, più che fondato, è del senatore Cesare Cursi, sottosegretario alla Salute, secondo il quale «sarebbe interessante conoscere le procedure e i criteri attraverso i quali s’intende raggiungere quest’obiettivo. È per altro vero che oramai i dati nazionali consentono di arrivare a soluzioni sempre più razionali ed efficaci per abbattere la media dei ricoveri, ma è altrettanto vero che il taglio programmato appare una forzatura».
Così come - fa notare Cursi - stabilire sempre “a tavolino” la sostituzione di terapie da ricovero ordinario a day hospital e da questo al day service, sembra un esercizio più dialettico che rispondente ai principi dell’efficienza, dell’appropriatezza e comunque di soluzioni che non tengano conto di alcune realtà presenti nella sanità.
«Cosa ne pensano in proposito le organizzazioni sindacali che sicuramente saranno state sentite, essendo la riduzione delle degenze e dei posti letto un tema che coinvolge direttamente la struttura sanitaria nel suo complesso e in particolare il ruolo dei medici, dei medici specialistici, degli ambulatori e del personale infermieristico? - si chiede il sottosegeratrio -. Ci auguriamo che nei prossimi giorni vi siano proposte e prese di posizione da parte degli stessi sindacati che non hanno rinunciato a svolgere un ruolo di fondamentale importanza. Cosa ne pensa, sull’argomento, Cittadinanza Attiva che si è sempre mossa con la preoccupazione e l’obiettivo di tutelare il cittadino in quel bene fondamentale che è il diritto alla salute? C’è un’altra sensazione - prosegue Cursi - che anche questo provvedimento venga assunto nel tentativo di dare comunque dei segnali all’esterno visto che, dopo quasi un anno, non ci sembra che si registrino miglioramenti di alcun genere.

Siamo convinti che sul tema della sanità ci sia bisogno di scelte ponderate nel quadro dei recenti accordi della Conferenza Stato-Regioni e che abbiano come criterio quello della concertazione e della condivisione con le categorie interessate e le associazioni dei cittadini».

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