Cronaca locale

Dà fuoco alla sua compagna e impedisce che la soccorrano

È morta alle 7 di ieri mattina al Niguarda e, forse, è stato meglio così. Dal 17 dicembre, infatti, Leda Corbelli - una pensionata di 64 anni originaria della provincia di Modena ma residente da anni a Novate Milanese - era ricoverata in ospedale e le sue condizioni erano disperate per le ustioni di terzo grado che le laceravano il 70 per cento del corpo. A ridurla così era stato il suo grande amore, l’uomo per il quale la poveretta si prodigava, giorno e notte, in cure e attenzioni, il 57enne Raffaele Fratantonio. Proprio quel giorno di dicembre, infatti, l’uomo, dopo una lite, l’aveva cosparsa di benzina e le aveva dato fuoco. E ora è in carcere con l’accusa di omicidio volontario e premeditato.
Una tragedia annunciata? I carabinieri di Rho descrivono questo siciliano nato a Modica (Ragusa) come uno sfaccendato, già condannato in passato per tentato omicidio e attualmente in cura all’unità psichica di Bollate per una forte sindrome depressiva e svariate manie di persecuzione. «Quella donna finge di darmi i farmaci che mi hanno prescritto i medici - si era lamentato in giro il 57enne -, ma in realtà mi rifila quello che vuole lei per potermi controllare meglio. Le sue attenzioni mi fanno soffocare».
«Non è vero nulla, la Corbelli curava il suo compagno - spiegano ancora i carabinieri -, ma sappiamo che lui subiva di mala voglia le sue attenzioni. E si lamentava continuamente di lei con chicchessia».
I residenti dello stabile di via Campo dei fiori, 1 a Novate - due palazzine, una di fronte all’altra, dove attualmente vivono in tutto 11 famiglie - raccontano che i due facevano vita ritirata e che la signora Corbelli era molto riservata. «Buongiorno, buonasera, niente di più, ci s’incontrava in cortile, di passaggio. Tutti, però, sapevamo che quella donna che abitava al piano rialzato con quel matto pativa le pende dell’inferno» racconta una vicina di casa.
Quel che è certo è che Fratantonio, a più riprese e anche il giorno dell’arresto, subito dopo aver dato fuoco alla povera compagna, non ha mai mostrato segni di pentimento. Tutt’altro.
«Poco prima delle 22.30 di quel sabato i due avevano litigato. All’improvviso Fratantonio aveva tirato fuori una tanica di benzina che si era portato in casa e che nascondeva da qualche parte - spiegano i carabinieri -. Approfittando della sorpresa della povera signora Leda, gliel’ha rovesciata addosso, quindi le aveva dato fuoco. Potete immaginare le urla della poveretta che, ormai una torcia umana, era corsa in cortile a chiedere aiuto».
I vicini, attirati dalle grida strazianti della donna, con secchi d’acqua e coperte avevano tentato di spegnere le fiamme, mentre qualcuno chiamava i carabinieri e, sul posto, accorrevano anche i vigili del fuoco di Desio. E Fratantonio? Era sceso anche lui in cortile per tentare di dissuadere i vicini affinché la smettessero di aiutare la povera Leda. «Lasciatela bruciare perché è quel che si merita» gridava. E la stessa frase l’aveva ripetuta nuovamente ai carabinieri che lo stavano portando via.
La Corbelli era stata portata al Niguarda, ma in quelle condizioni le speranze di vita per lei, da subito, erano ridotte all’osso.

Ieri la morte.

Commenti