Economia

Dagli artigiani in vetrina alle celebrazioni del denim: tante strategie anticrisi

Per un 2010 di rilancio del made in Italy: Gucci crea «artisan corner» nei suoi negozi nel mondo; Cucinelli si reinventa ma con le radici nella sua terra e la Rinascente espone modelli delle grandi firme che hanno fatto del jeans un tessuto-icona di questo secolo.

L'hanno chiamato «Artisan corner» e lì, nello storico negozio romano di Gucci a Via Condotti, gli esperti in grembiule di pelle tenuto da lacci verdi-rossi hanno realizzato di fronte a tutti alcune delle borse-icona del marchio, dalla «Bamboo» alla «New Jackie», dalla «New Pelham» alla «G Wave».
Gli artigiani fiorentini cucivano a mano le tracolle, creavano i manici in bambù, preparavano le strisce di pelle per le impunture , personalizzavano le borse con le iniziali del cliente.
Metterli «in vetrina» è stato un modo per esaltare il loro abile lavoro e far capire perchè ha reso famosa l'azienda.
In tempi di crisi economica, in cui dilagano i falsi a basso prezzo e anche le griffe famose commissionano i prodotti di lusso nei Paesi stranieri dove il lavoro costa poco, puntare sull'inimitabile qualità del lavoro artigianale italiano fa la differenza.
Così, Gucci ha deciso che per tutto il 2010, alcuni dei suoi migliori artigiani continueranno a viaggiare in tutto il mondo per far tappa in alcuni selezionati negozi del marchio, dove per l'occasione verranno allestiti dei veri e propri laboratori.
Dopo Osaka e Tokyo in Giappone e Parigi e Roma in Europa, l'Artisan Corner farà tappa ad aprile negli Stati Uniti, a San Francisco, Beverly Hills, Chicago e New YorK. E in autunno, l'iniziativa raggiungerà altre importanti città asiatiche ed europee, tra cui Londra.
Così, i clienti delle varie nazionalità possono vedere gli artigiani all'opera e capire quanta meticolosa attenzione al dettagli, quanta ostraordinaria tecnica e quanta arte manifatturiera stanno dietro ogni articolo Gucci.
Il legame con le tradizioni di un tempo, la conservazione delle antiche tecniche, il radicamento nei valori e nella filosofia della propria terra sta dietro il successo di molte aziende italiane, che reggono ai colpi della concorrenza puntando sull'eccellenza del prodotto.
Un esempio è anche l'azienda leader nel settore del cachemire di Brunello Cucinelli.
Il marchio che ha reso famoso il piccolo borgo umbro di Solomeo ha chiuso il 2009 con un giro d'affari di 154.69 milioni di euro, in progresso del 7.53% rispetto ai 143.86 milioni dell'anno precedente e con utile di 8.82 milioni, in aumento del 11.22% rispetto al 2008.
Per quest'anno si prevede una crescita pari a circa il 16.3%, con un fatturato di 180.00 milioni di euro.
Lui, Brunello Cucinelli, spiega che il 2008 e il 2009 hanno rappresentato un biennio di transizione e ridefinizione del panorama economico, ma anche «morale e civile della nostra umanità»: due anni in cui tutti hanno dovuto rallentare. «Ci siamo guardarti dentro, reinventati e il 2010 è il primo anno di un nuovo mondo, in cui si torna a progettare con cautela. Dopo aver affrontato l'incertezza, siamo forse un pò meno sicuri di noi ma forse un pò più tolleranti, più solidali, più umani».
L'azienda di Solomeo ha inaugurato il nuovo anno con l'apertura di quattro nuovi punti vendita: a New York in Madison Avenue, in Belgio a Knokke, a Mosca nel Gum e a Bologna, raggiungendo il numero di 42 monobrands che a fine anno, dovrebbe arrivare intorno ai 50.
Per Cucinelli è come «creare, anche tramite la moda, un ponte attraverso le nostre culture e i nostri differenti stili di vita». Strategie di rilancio, di contenimento, di espansione. Le iniziative anche d'immagine servono molto di questi tempi.
La Rinascente, per fare un altro esmpio, ha deciso di celebrare il denim, tessuto mito di tutti i tempi, con una serie di iniziative che si andranno avanti fino all'11 aprile in alcune città italiane.
Ospiterà, infatti, le collezioni in denim di alcune grandi firme che hanno contribuito a fare del denim un tessuto-icona: Armani Jeans, Hugo Boss, Calvin Klein, Fornarina, Gas, Guess, Melting Pot, Miss Sixty, Polo Jeans, Seven, Tommy Hilfiger.
Contemporaneamente le vetrine di alcuni department store del gruppo saranno allestite a tema dall'artista di Barcellona Tv Boy.
Infine, il progetto New Denim Species, in collaborazione con lo IED (Istituto Europeo di Design) di Milano e di Venezia. La Rinascente di Milano in piazza Duomo fino al 5 aprile ospiterà negli spazi interni un team di studenti dello IED di Milano e di Venezia con l'obiettivo d'individuare nuove tecniche di lavorazione e di utilizzo del denim.
Il risultato sarà una sorta di museo di scienze naturali abitato da creature fantastiche, nate dall'assemblaggio di più animali e composte di tessuto denim.
Nel frattempo le vetrine degli altri punti vendita della Rinascente presenteranno i progetti creativi di Tv Boy, artista e professore di direzione artistica e illustratore all'IDEP di Barcellona, che ha scelto di mettere in scena il mondo diverso di vivere il denim in 5 città: Londra, Parigi, New York, Tokyo e Rio de Janeiro.
Sarà un tour virtuale dove il tessuto più famoso del mondo s'intreccerà all'iconografia classica di queste città, rappresentata con un mood fumettistico e in chiave decisamente pop.
Il progetto denim coinvolgerà anche Palermo, teatro della recente apertura di un nuovo department store la Rinascente, dove le sculture dello IED si trasferiranno fino al 25 aprile. Dal 7 al 19 in vetrina ci saranno le creazioni di Tv boy.

Il 9 e il 10, l'artista in persona dipingerà live la città di Palermo.

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