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D'Alema vuol mettere 007 nel letto del premier E il forum delle famiglie: "Se ci aiuta può venire"

Il presidente del Copasir, dando credito al Fatto che pubblica le lamentele di un agente di scorta, vuol convocare il premier davanti al Comitato. Il Pdl: "Non strumentalizzare". Il ricatto dei falsi moralisti delle associazioni: "Imbarazzante, ma se ci aiuta può venire alla conferenza"

D'Alema vuol mettere 007 nel letto del premier 
E il forum delle famiglie: "Se ci aiuta può venire"

Roma - Il Copasir ha chiesto al premier di riferire al Comitato di controllo sui servizi segreti sul tema della sua sicurezza. Lo ha detto il presidente Massimo D’Alema al termine della riunione di oggi. "Come è noto il Copasir ha chiesto fin dalla sua costituzione di incontrare il presidente del Consiglio - ha spiegato D’Alema -, ma fino adesso ciò non è stato ancora possibile". E dunque, anche alla luce delle ultime vicende riguardanti la giovane Ruby "abbiamo confermato questa richiesta. A occuparsi della sicurezza del presidente del Consiglio - ha concluso D’Alema - sono i servizi segreti e noi intendiamo tornare su questo tema e riteniamo che sarebbe giusto sentire, su questo e altri temi, il presidente del Consiglio".

Il Pdl: "No a strumentalizzazioni" "Il Copasir, fra molte altre cose, al termine della seduta, ha preso atto del fatto che alcuni dei suoi componenti hanno richiesto che il presidente del Consiglio venga a riferire al comitato a proposito delle ultime vicende. Su questa richiesta sono stati espressi pareri discordi e, infine, non è stata assunta alcuna decisione. Diversa questione è l’eventuale audizione sui temi istituzionali relativi alla sicurezza nazionale, che nulla ha a che vedere con le contingenti polemiche politiche. Invitiamo pertanto fin d’ora i colleghi del Copasir a non confondere le due questioni e a non dar vita a indebite strumentalizzazioni". Lo dichiarano in una nota congiunta i rappresentanti del Pdl nel Copasir, Fabrizio Cicchitto, Giuseppe Esposito e Gaetano Quagliariello.

Bruti Liberati e i reati "E' ovvio che noi perseguiamo reati e non ci interessiamo della vita privata delle persone". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati in relazione agli atti trasmessi da Palermo sull’inchiesta su presunti festini a luci rosse a Villa Certosa e anche ad Arcore rivelati dalla escort emiliana Nadia Macrì.  Il procuratore sottolinea poi che il caso Ruby è "una cosa separata" rispetto all’indagine nata nel capoluogo siciliano, "anche se le inchieste verranno affidate probabilmente allo stesso pm, Antonio Sangermano, perché sono evidenti le connessioni". Bruti Liberati annuncia che "il fascicolo è arrivato nella serata di ieri. Ora lo aprirò".

Sull'affido soluzione ragionevole L’affidamento di Ruby al consigliere regionale Nicole Minetti "è apparsa a tutti una soluzione ragionevole". Lo ha detto il procuratore capo della Repubblica di Milano in relazione alla conclusione dell’iter burocratico cui venne sottoposta Ruby la notte tra 27 e 28 maggio in questura a Milano.  "Ogni notte i pm dei minori hanno che fare con casi disperati e anche in altri occasioni si era verificato l’affido a persone maggiorenni senza il ricorso alle comunità. Dovevamo capire se una ragazza minorenne viene buttata fuori dalla questura senza essere identificata. Non è stato così e su questo sono finiti gli accertamenti" ha detto Bruti Liberati, che poi ha aggiunto: "La soluzione dell’affido è una soluzione che alle 2.50 di notte è apparsa ragionevole a tutti quelli coinvolti. Poi restano aperte le altre questioni".

Permesso di soggiorno Il tribunale dei Minori di Milano ha concesso, secondo quanto si apprende, il permesso di soggiorno per motivi di giustizia a Ruby, la diciottenne marocchina che ha partecipato ad alcuni incontri in casa del premier Berlusconi.

La ragazza non è quindi rimpatriabile.

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