Politica

Dall'1 gennaio chiude Liberazione, quotidiano di Rifondazione Comunista

Comunicato del comitato di redazione sul sito del giornale: «E' il risultato dei tagli all'editoria di partito»

Il quotidiano Liberazione chiude. Dall'uno gennaio l'organo d'informazione di Rifondazione comunista interrompe le pubblicazioni. Lo rende noto un comunicato del comitato di redazione, pubblicato sul sito del quotidiano. Lavoratori e lavoratrici sono ora in «assemblea permanente». «La Mrc, società editrice di Liberazione - si legge nella nota del cdr - ci ha comunicato che dal prossimo primo gennaio, il giornale sospenderà in via cautelativa le pubblicazioni. È questo il risultato immediato - spiega l'editore, della cancellazione retroattiva del finanziamento pubblico per i giornali cooperativi, di idee e di partito decisa dal governo Berlusconi e confermata dal governo Monti».
Questa decisione, prosegue il comunicato, «colpisce una redazione già provata da una pesante ristrutturazione: 23 esuberi di giornalisti su 30 e 14 esuberi di poligrafici su 20. Ora tutti e 50, con le nostre famiglie, restiamo senza futuro. E la testata, piccola ma con vent'anni di storia alle spalle, vede spegnersi la propria voce. Il nostro è il primo di una serie di giornali, le stime dicono almeno cento, che se il finanziamento non verrà ripristinato immediatamente, sono destinati a morire».
Il comunicato conclude facendo notare come «i lavoratori e le lavoratrici a rischio sono oltre 5mila, a cui vanno aggiunti quelli dell'indotto.

Sappiamo perfettamente di essere una goccia nell'oceano, siamo solidali con tutti i lavoratori, pensionati e precari colpiti dalla crisi e dalle ricette inique del governo Monti: di loro raccontiamo tutti i giorni sulle nostre pagine».

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