Dall'agroalimentare una leva di sviluppo

Dall'agroalimentare una leva di sviluppo

Si punta al rilancio del primo settore. Su Gusto, il periodico edito Golfarelli in edicola nei prossimi giorni con il Giornale, si analizza l'andamento di un comparto strategico per il Pil nazionale. Dopo un periodo critico, emerge un primo dato positivo per l'agricoltura, il cui prodotto interno lordo cresce dell'1,1 per cento (dato tendenziale). E in una strategia rivolta alla ripresa del sistema Paese, il settore agroalimentare va necessariamente sostenuto e valorizzato.
«Questo è l'obiettivo che ci prefiggiamo con Gusto - spiega l'editrice Maria Elena Golfarelli -. Qui compaiono solo quei produttori capaci, con il loro esempio, di diffondere un modello di eccellenza che fa da scuola per tutti gli attori del comparto». Su Gusto, a intervenire sul tema è anche Mario Guidi, presidente di Confagricoltura. «Non deve solo crescere il valore unitario dei nostri prodotti, ma anche la quantità che portiamo sui mercati, nazionali e internazionali - sostiene Guidi -. Un cammino da intraprendere al più presto, stimolato da politiche adeguate». In un'economia sempre più forte, l'agricoltura non può pensare di produrre di meno, magari solo eccellenze, e di valorizzarle oltremisura. «Così non si crea sviluppo e occupazione per il Paese: dobbiamo crescere - sottolinea con forza il presidente di Confagricoltura -. Per esportare bisogna prima di tutto produrre più di quanto si consuma. Inoltre, per gli operatori che vogliono espandersi o consolidarsi su altri mercati, occorrono supporti per analizzare i mercati e i principali buyer, strumenti che Confagricoltura fornisce alle aziende associate. Ancora, servono piattaforme logistiche che agevolino l'arrivo e la gestione delle merci nei Paesi di destinazione». Ma la questione non è unicamente manageriale o infrastrutturale. Nel nostro Paese, valorizzare l'agroalimentare equivale a compiere un'operazione di valorizzazione e tutela di un patrimonio storico e culturale fonte di crescita anche per il comparto turistico. A evidenziarlo è Giocchino Bonsignore, l'ideatore della rubrica Gusto, che propone i possibili itinerari alla scoperta dei sapori e dei profumi d'autunno. «Partendo dal Nord, inizierei certamente con un risotto al tartufo e lo abbinerei con un Barolo, oppure un risotto ai funghi porcini abbinato a un Valtellina superiore, o anche uno alla zucca insieme a una buona Bonarda - suggerisce Bonsignore -. Per quanto riguarda il Centro penso a delle grandi minestre, come la famosa romanesca broccoli e arzilla (la razza), perfetta con i vini tipici dell'entroterra laziale robusti e corposi, come un Frascati Superiore. Infine, arriviamo al Sud, ancora in Sicilia, dove possiamo immaginare un grande piatto di legumi, un macco di fave o anche una pasta e fagioli insieme a un buon bicchiere di Nero d'Avola».
Il giornalista non tralascia, poi, i grandi itinerari offerti dalla Toscana. «Con il suo Chianti, sia sul versante fiorentino che su quello senese, la Toscana è un territorio che in autunno, e non solo, ci offre sapori straordinari, come la ribollita, che richiedono temperature abbastanza rigide proprio per la loro struttura importante. Credo, però, che ogni tanto sia utile anche osare e visitare territori poco conosciuti. Penso all'Irpinia, zona poco frequentata, ma meravigliosa dal punto di vista enogastronomico, dove si producono grandissimi vini. Qui, infatti, è presente una grandissima selezione di Aglianico e ottimi piatti della tradizione.

Un'altra meta autunnale potrebbe essere l'Abruzzo, con i suoi grandi casali dove si producono formaggi straordinari, senza dimenticare il Montelpulciano, un vino che ormai ha raggiunto i vertici della grande sommelleria mondiale».

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