Cultura e Spettacoli

Dalle tragedie della Banlieue il rapsodo di una vita da perditempo

Esce per i tipi di Perrone un romanzo divertente dove la vita scanzonata di un giovane diventa quasi una forma d'arte. Il protagonista costruisce intorno a una sincera auto-indagine la propria indole di uomo dedito soltanto a consumare i propri giorni senza ambizioni

Ha il sapore frivolo della barzelletta e la brevità della barzelletta eppure Samuel Benchetrit, scrittore, sceneggiatore e autore teatrale nato 37 anni fa nelle banlieue parigine, racconta in modo scanzonato e divertente un personaggio atipico che non ha alcuna intenzione di rivendersi per quello che non è. E infatti Roman Stern, il protagonista di questo insolito romanzo, a più riprese non esita a definirsi «Roman Stern cazzeggiator» con una sorta di verginità latina che dia un po' più di spessore a un primattore che di spessore ne ha ben poco. Tuttavia riesce a farsi apprezzare per la sua indubbia onestà e correttezza intellettuale. Inutile rivendersi per ciò che non si è, prima o poi lo smascheramento diventa evidente. E la figuraccia è la conseguenza immediata e naturale.
Ecco così che il «Diario di un cazzeggiatore» (Giulio Perrone editore, pp.144, 10 euro) ci propone un volto di quelli che potremmo incontrare a più riprese nella vita quotidiana ma che, a differenza dei cloni a noi più vicini, mostra il coraggio di esporre la propria vera natura. Roman si descrive con le sue debolezze in ogni frangente, dai rapporti con il proprio cane a quelli con la moglie, dal difficile e tormentato approccio col lavoro alle dinamiche familiari. Non si perdona niente e manifesta la faccia sincera di chi sa di non essere un genio ma è consapevole che nella sua indole di perditempo abita anche la nobiltà del sentimento. La lettura è divertente, in perfetta sintonia con la stagione in arrivo e i suoi passatempi più ricorrenti: il placido riposo su una sdraio in riva al mare dove spesso, stanchi per le innumerevoli fatiche invernali, non si ha voglia di sottoporsi a letture impegnative, riflessive. Quelle di Benchetrit sono pagine agili che ci spingono a fantasticare identificando il Roman Stern del romanzo in tanti altri piccoli Roman Stern molto più vicini a noi che, in tutto o in parte, ci è capitato di incontrare un po' ovunque.


Uscito forse leggermente in anticipo rispetto ai tempi estivi con i quali meglio si sposa, «Diario di un cazzeggiatore» si propone come uno spunto alternativo a fotoromanzi e fumetti spesso tanto banali da non riuscire a strappare un sorriso come invece riesce al disinvolto Roman Stern che nelle caricaturali evoluzioni di se stesso riesce nella magica impresa di riuscire perfino simpatico pur restando il ritratto dell'indolenza e del nulla.

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