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Dama, Borghetti perde ma torna da campione

Michele Borghetti non ce l'ha fatta. Ha perso la finale del campionato del mondo di dama. Ma è tornato da Cleveland (Stati Uniti) come un vincitore. Un po' perché il solo fatto di essere arrivato a contendere il titolo al russo Alex Moiseyev è stato un traguardo storico. Un po' perché negli States il maestro livornese ha giocato alla grande, suscitando l'ammirazione degli addetti ai lavori e soprattutto del campione, che era giunto all'ennesima finale da indiscusso favorito. Michele d'altra parte non aveva certo mostrato presunzione: «Devo essere contento di essere riuscito ad arrivare a un match mondiale subito al primo tentativo - ha scritto sul suo profilo prima della sfida americana - molti esperti della dama inglese non ci sono mai arrivati». Borghetti infatti è esperto della dama italiana.

Alla fine dei 40 incontri, Moiseyev ha prevalso per due punti: sette vittorie contro sei, mentre 27 sono stati i pareggi. I primi due giorni sono stati giocati sul filo del perfetto equilibrio. Fra l'altro nella prima giornata la partita più lunga ha superato le cinque ore di gioco, per oltre 100 mosse, quasi un record, dato che dimostra l'accanimento e l'equilibrio fra i due giocatori. Il campione ha allungato nei successivi due giorni, prima di subire il ritorno di Borghetti.

Il talento livornese, Miky per i fans, ha regalato al damismo italiano ed alla Federazione italiana dama una pagina entusiasmante, stabilendo il record di partite mai vinte da uno sfidante nella storia del match che - lo ha ricordato vicepresidente Mondiale Richard Bechwith durante la premiazione - risale al 1800. «Lo stile romantico portato da Michele» ha costretto Moiseyev ad analizzare tutte le partite. Lo ha ammesso lo stesso russo (naturalizzato americano).

Borghetti in Italia ha messo insieme 14 titoli nazionali, tanto da detenere il record nella lunga storia dei campionati tricolori di dama, iniziati nel 1925. Il suo record più incredibile, tuttavia, è quello delle partite simultanee alle cieca: è riuscito a disputare contemporaneamente 23 incontri, senza guardare i tavoli, ma affidandosi solo alla memoria e ai numeri indicanti le mosse avversarie (ne ha vinte 17 e pareggiate 6). E' stato il primo italiano a giocarsi il titolo iridato, ed è inutile dire che non considera affatto la dama una «sorella minore» degli scacchi.

Anzi: «È più complessa e impegnativa», assicura.

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