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Danzica, la Merkel: "M'inchino alle vittime"

Il cancelliere tedesco alle celebrazioni per lo scoppio della Seconda guerra mondiale: "Il conflitto scatenato dalla Germania ha portato una incommensurabile sofferenza, anni di perdita dei diritti, di umiliazione e di distruzione". Gli interventi degli altri premier

Danzica, la Merkel: "M'inchino alle vittime"

Danzica - Settanta anni fa l'inizio della tragedia, con l'invasione della Polonia da parte della Germania di Hitler. La Seconda guerra mondiale, il più sanguinoso conflitto del XX secolo, provocò milioni di morti e orrori irripetibili come lo sterminio degli ebrei e i campi di concentramento. Nella commemorazione ufficiale dello scoppio del conflitto, i capi di Stato e di governo ricordano quei momenti terribili. "Mi inchino davanti ai 60 milioni di vittime" della seconda guerra mondiale, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel nel passaggio più toccante del suo discorso a Danzica per i 70 anni dall’inizio del conflitto.

Pagina tragica L’invasione tedesca della Polonia del 1939 aprì "la pagina più tragica della storia europea. Il primo settembre di 70 anni fa l’invasione tedesca della Polonia ha aperto una delle più tragiche pagine della storia europea", ha detto Merkel, aggiungendo che "la guerra scatenata dalla Germania ha portato una incommensurabile sofferenza per molte persone, anni di perdita dei diritti, di umiliazione e di distruzione".

La meraviglia della pace Per il cancelliere tedesco "la transizione dell’Europa dalla violenza alla pace è una meraviglia". L’Europa, ha spiegato il capo del governo tedesco, "si è trasformata da un continente di terrore e violenza a uno di libertà e pace. Che questo sia stato possibile non è né piu né meno che una meraviglia".

Berlusconi: "Serve memoria" Celebrazioni come queste contribuiscono a rafforzare la memoria e dunque ad impedire che simili tragedie si ripetano. Silvio Berlusconi, al suo arrivo a Danzica, commenta così l’evento organizzato dal governo polacco. Il presidente del Consiglio però si dice convinto che conflitti del genere nell’Europa di oggi non siano più possibili: "La situazione è completamente diversa", spiega. "La cultura democratica di tutti i cittadini europei è solida, radicata nel tempo e forte dell’esperienza di questa grande guerra, quindi non vedo nessuna possibilità che si possa ritornare a situazioni come quelle che siamo qui a ricordare". Le celebrazioni di oggi, prosegue, "sono un’occasione per rivedere un po' gli avvenimenti che hanno portato alla Guerra Mondiale.

Il ricordo del premier sul libro Quanto successo a Danzica, sottolinea, "è da farsi venire i brividi". Lasciati i giornalisti, Berlusconi, come gli altri leader prima di lui, lascia un ricordo sul libro che il cerimoniale ha predisposto nella hall dell’hotel: "Sono qui con i colleghi europei e russi - scrive il premier - a ricordare l’inizio della grande guerra mondiale affinché mai nella storia possa ripetersi una simile situazione disumana e fratricida. Visiterò Danzica per portare plasticamente nella mente e nel cuore il ricordo di quel terribile primo settembre 1939. Grazie per l’accoglienza. Tornerò, spero!".

Putin: il dovere della memoria Il presidente russo Vladimir Putin ha ammonito al dovere della memoria di quel tragico capitolo della storia europea. "Degli oltre 55 milioni di vittime della seconda guerra più della metà erano cittadini dell’Unione Sovietica", ha ricordato Putin. "Il mio Paese - ha detto ancora Putin nel suo discorso - riconosce gli errori del passato e costruisce il nuovo mondo basato sulle nuove regole". "Bisogna combattere la xenofobia e l’odio razziale e costruire sulla base dei principi comuni", ha aggiunto il premier russo.

Obama: determinazione popolo polacco Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ricordato la "determinazione del popolo polacco" e ha parlato di un mondo profondamene cambiato. Obama, che non si è recato a Danzica ma ha inviato una delegazione, ha detto che oggi "celebriamo insieme la determinazione del popolo polacco a combattere l’autoritarismo e a scegliere la democrazia e la libertà".

Il presidente americano ha ricordato che sotto l’egida della Nato, la Polonia è ora protetta da un’alleanza grazie alla quale l’attacco ad un paese è considerato un attacco a tutti gli altri membri. 

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