Politica

"Dario cerca solo di salvare il suo posto di segretario"

Roma È assessore nella giunta Bassolino, ma è anche uno dei pochi esperti di comunicazione politica del centrosinistra. Ma se glielo dici Claudio Velardi si incazza. Non per la comunicazione: per l’essere definito «di sinistra».
Velardi, lei, che è assessore di area Pd...
«Non lo sono».
Lei, assessore progressista....
«Ma se da un anno ripeto che sono un te-cni-co!».
Come Padoa-Schioppa dunque?
(Sospira) «Allora mi arrendo, di area progressista».
Lei che è un assessore progressista e comunicatore politico...
«Lo ero. Oggi sono un comunicatore in sonno».
Insomma, che ne pensa dello stato attuale del Pd?
(Sospirone). «Ecco, era proprio questo che volevo evitare».
Non vuole farsi dei nemici?
«Ma figurarsi! A me non me ne frega nulla delle parti, sono uno che si fa i fatti suoi e che partecipa a un progetto di governo».
E da questo osservatorio che idea si è fatto.
«Ieri mi sono proprio avvilito».
Perché?
«Mi è caduto l’occhio su questi astrusi manifesti del Pd...».
I mitici «Ue»?
«Oddìo... Quelli li avevo già rimossi! Sono un ottimo esempio di un partito che si rivolge al circolo autoreferenziale del Palazzo».
Ma quello è un doppio senso, se non lo capisce lei a Napoli, Uè, siamo messi male.
«Perché un doppio senso funzioni devi capire due parole: tra i cittadini normali, credo che non ce ne sia uno che legge U-E e pensa a Bruxelles. Hanno varato una campagna totalmente incomprensibile, purtroppo».
Ma ce l’ha con gli altri poster...
«Infatti! Hanno varato due campagne totalmente incomprensibili. Mi riferisco a quella col gruppo dei cittadini che spingono via parole chiave... Chi la capisce?».
Non si capisce «Povertà?»
«Nooo... Non si capisce chi sono questi tipi, cosa fanno, e lo slogan più forti noi più forte tu, che vuol dire?».
Che bisogna votare Pd.
«Grazie. Ma è una roba per iniziati! Non parla a nes-su-no. Se la comunicazione è questa, il partito sta messo peggio».
Perché?
«Servirebbero solo tre cose: tempo, tranquillità e pazienza».
E invece non ci sono?
«Vedo che Franceschini, e lo capisco, sta cercando di mettere insieme qualche due per cento in più, per salvare la segreteria e non andarsene a casa».
Se corresse per perderli sarebbe peggio.
«Per carità. Però, per prendere quei due puntarelli, ha una sola strategia: battere sui soliti cliché antiberlusconiani, tuffarsi nel solito bacino elettorale: populista, protestatario, dipietrista».
«Primum vivere»...
«Ho capito! Ma ci sono tre controindicazioni. La prima: quel bacino è sempre più ristretto, sempre più conteso: oggi, oltre al Pd, Idv, Sinistra, Comunisti...».
E la seconda?
«Grazie al peccato originale di Veltroni, che ha salvato Di Pietro con l’apparentamento, l’ex Pm si è preso il monopolio dell’opposizione. Il Pd deve rassegnarsi: se gioca lì, gioca sempre fuori casa».
Terzo problema?
«Berlusconi, sulle grandi cose, sta facendo bene. Può non piacere, ma è un fatto. Alzandola polemica, ci si infila in quella bolgia, ma non si è capiti».
Nessuna ha analizzato quello che è successo con la segreteria Veltroni.
«È scappato, come in tutte le cose che ha fatto. Ha il merito di aver coltivato una ambizione maggioritaria e un partito nuovo, ma poi, non solo per colpe sue, gli spazi si sono chiusi. E allora lui se n’è andato a casa».
D’Alema però resta.
«È il più intelligente di tutti. Non molla, è il più tosto. Ma gli manca quell’ambizione che Veltroni aveva coltivato. Credo che ora voglia trincerarsi nel fortino della sinistra, e non mi pare la cosa giusta».
Però Franceschini ha fatto il colpo di Sassoli...
«Il colpo lo fa Sassoli, eh, eh... Cinque anni di eurostipendio».
È un capolista visibilissimo...
«Bella faccia da bravo ragazzo. Ma è sempre la stessa storia: Badaloni, Gruber, Sassoli... Non sono operazioni vere, sono solo dei pennacchi».
Evidentemente portano voti.
«Ma mi faccia il piacere! Prendono voti? Quelli che il partito, i soliti vecchi militanti del Pci, continuano a regalargli».
Questo che vuol dire?
«Bettini era meglio di Sassoli. I voti pesanti li portano i dirigenti con legami storici col territorio».
Vero o falso, al sud il capolista non c’è ancora.
«E il fatto che non trovino nessuno vuol dire, no?».
Era meglio Bassolino?
«Ma certo.

Il Pdl arruola De Mita a 82 anni e noi facciamo gli schizzinosi con i mezzibusto? Piaccia o no, al sud i voti ce li hanno D’Alema e Bassolino».

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