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Dell'Utri, l'indignazione del centro destra per una contestazione “incivile”, “vergognosa” e “indegna”

Nel Pdl è levata di scudi a difesa di Marcello Dell’Utri. La "contestazione incivile" di Como indigna i vertici del centrodestra

Dell'Utri, l'indignazione del centro destra per una contestazione “incivile”, “vergognosa” e “indegna”

Milano - Nel Pdl è levata di scudi a difesa di Marcello Dell’Utri. La contestazione che ieri ha impedito al senatore di presentare i diari di Mussolini al Festival letterario di Como è giudicata “incivile”, “vergognosa”, “indegna”. Gli esponenti del centrodesta esprimono una posizione unanime: negare il diritto di parola è un ignobile atto di violenza.

CICCHITTO Il capogruppo Pdl alla camera Fabrizio Cicchitto sottolinea anche l’omertà con cui è stata trattata la vicenda: “La manifestazione che ha impedito ieri a Dell’Utri di parlare a Como è assolutamente indegna e dovrebbe essere condannata da tutti. Invece vediamo che c’è un silenzio omertoso e inquietante”.

CAPEZZONE Secondo Capezzone “gli autori della bravata neanche lo sanno, ma il loro comportamento incivile nei confronti di Marcello Dell’Utri ha i caratteri di un’azione da squadristi. E questi sarebbero gli antifascisti? Curioso ed eloquente, poi, il fatto che in mille altre circostanze si senta fare da questi signori la celebrazione dell’articolo 21, della libertà di parola, del no alla censura, del free speech...Dopo di che, però, si va ad impedire a qualcuno di esprimersi...”.

MICCICHE’ Dice la sua sulla vicenda anche il siciliano Gianfranco Miccichè attraverso il suo blog: “Negare a qualcuno il diritto di parola - si legge nell’utimopost di `Sud` - è l’anticamera della morte. La scomparsa della democrazia, il requiem dei valori e principi che costituiscono l’architrave del vivere civile. Impedire a Marcello Dell`Utri di esprimere le proprie idee - continua - è un ignobile, scellerato, intollerabile atto di violenza che ci indigna e disgusta. Sentimenti che dovrebbero essere condivisi da tutti, almeno da coloro che culturalmente si sentono distanti da questa pericolosa nuova avanzata oscurantista. E invece - aggiunge - registriamo il silenzio più assordante. Dove sono finiti i giovani del Pdl che alcuni mesi fa non hanno perso tempo a bacchettare il senatore Dell`Utri per le parole su Mangano? Dove sono tutti coloro che a difesa del diritto d`espressione dei Litfiba, non comprendendo però un’intelligente provocazione, hanno inondato di comunicati le redazioni dei giornali? Perché - conclude post a firma StaffSud del blog di Gianfranco Miccichè. - è lecito starsene zitti di fronte a quanto è accaduto ieri sera a Como, non mostrare solidarietà al senatore Dell`Utri, non condannare chi ha vietato ad un libero cittadino italiano di esprimere il suo pensiero? Il solito doppiopesismo italiano. Viva la libertà di espressione e di critica”.

GRAVINA Anche alcuni giovani del Pdl hanno dichiarato la loro solidarietà al senatore Dell’Utri. “La stupidità e l’ignoranza hanno nuovamente trionfato in piazza. Ieri sera la contestazione subita dal senatore Marcello Dell’Utri a Como dimostra come l’uso politico della storia e i processi pubblici siano ormai una moda italiana”. Lo ha affermato Giovannipio Gravina, membro della Direzione Nazionale dei Giovani del PdL (Giovane Italia) “Un’imbarazzante censura preventiva - ha aggiunto - che ha imposto il più vergognoso divieto, quello di parola. Secondo la Costituzione Italiana chi non permette a un libero cittadino di esercitare tale diritto si macchia di un reato. In Italia siamo al paradosso: terroristi e assassini hanno la facoltà di esprimere giudizi, persino morali, dalle colonne di quotidiani mentre un senatore della Repubblica non può invece parlare neanche ad un festival letterario. La confusione mentale dei contestatori - ha proseguito - emerge in maniera imbarazzante da due dati. Il primo deriva dall’ignoranza: confondere la lettura pubblica di un documento storico come i diari del Duce come un’apologia al fascismo denota scarsa cultura e scarsissima intelligenza. Il secondo dato è l’incoerenza: il “Comitato a difesa della Costituzione” che si muove per calpestare un sacrosanto diritto costituzionale. Chi è più fascista e mafioso? Il bibliofilo Marcello Dell’Utri o i contestatori che gridano: “Devi essere appeso per piedi?”.

Domanda lecita in un’Italia dove diritti e doveri valgono solo quando fanno comodo.

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