Roma

Demolizione e ricostruzione Così si riqualifica l’«altra periferia»

IDEE Operazioni di «microchirurgia» per ridare identità a un vasto territorio

Vi vive l’80 per cento della popolazione, vi viene prodotto il 70 per cento del Pil cittadino, eppure spesso finisce nel dimenticatoio. Per colmare questa storica lacuna che penalizza da sempre la periferia romana - l’organismo vivente più grande d'Europa in termini di estensione - i vertici amministrativi capitolini del Pdl, rappresentati dagli assessori ai Lavori Pubblici e Periferie e all’Urbanistica, Fabrizio Ghera e Marco Corsini, si sono seduti attorno ad un tavolo, insieme ai deputati Fabio Rampelli e Marco Marsilio, tirando fuori dal cilindro un carnet di idee per riqualificare e «qualificare» le aree più marginali della città.
Le parole d’ordine usate maggiormente nel corso dell’incontro-confronto con gli operatori del settore «Un’altra periferia», ospitato dalla Casa dell’Architettura in piazza Manfredo Fanti, sono state demolizione e ricostruzione. La missione è porre in essere un’operazione di microchirurgia urbana nei vari quartieri che darebbe alla Capitale l’anima e l’identità perse nel tempo, senza realizzare nuove espansioni territoriali, peraltro rese impossibili dalla crescita esponenziale dei fabbricati e dalla cementificazione selvaggia degli scorsi decenni.
«Il gigantismo, realizzato dalle amministrazioni di centrosinistra a Corviale e a Laurentino 38, ha prodotto solo desolazione mentre piccoli interventi di demolizione e ricostruzione, condominio per condominio, diffonderebbero benessere e opportunità - sottolinea il deputato Pdl Fabio Rampelli che ha annunciato a breve la presentazione di un disegno di legge sull’abbattimento e la sostituzione edilizia -. Per la restituzione di un’identità al territorio, occorre riscoprire e realizzare nuove piazze, portici, fontane e privilegiare i piccoli negozi al posto dei grandi centri commerciali. L'obiettivo è anche di esibire in ciascun luogo vissuto dai cittadini dei richiami storici di Roma». Per questa capillare opera di sostituzione edilizia servirà la fondamentale mano dei privati, allettati da un probabile incremento del premio di cubatura previsto dal piano casa per la ristrutturazione degli immobili, che dal 35 per cento dovrebbe aumentare, secondo le intenzioni del Pdl, di circa 10 punti percentuali. Ma il principio applicato dalla Giunta Alemanno sin dal suo insediamento è chiaro: prima le strade ed i servizi, ossia le cosiddette opere di urbanizzazione primaria e poi le case. «Con la delibera sui Toponimi, ovvero le zone periferiche non perimetrali, appena approvata dalla giunta e che prestissimo sarà discussa dal consiglio, abbiamo stabilito le linee guida per i consorzi privati di recupero urbano - precisa l’assessore capitolino ai Lavori Pubblici e Periferie, Fabrizio Ghera -. La nostra volontà è anche di istituire un registro della partecipazione che dia riconoscimento ai vari comitati di quartiere attivi in città».
Sempre nell’ottica della riqualificazione delle aree marginali, il Campidoglio ha attivato un bando per il recupero dei relitti industriali, ubicati principalmente sulle vie consolari.

È stata infine resa nota l’intenzione di valorizzare in loco i reperti archeologici trovati in periferia senza trasferirli nel centro cittadino.

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