La denervazione renale può curare l'ipertensione

Nel trattamento dell'ipertensione arteriosa (più di un miliardo le persone colpite nel mondo, ben oltre 15milioni in Italia), non sempre i farmaci sono efficaci: vi sono situazioni in cui, nonostante la loro regolare assunzione, i valori pressori restano alti. Si parla, in questo caso, di ipertensione farmaco-resistente. Una condizione che riguarda fino al 12,8 per cento degli ipertesi curati farmacologicamente, per la quale oggi vi è un nuovo trattamento. Si tratta della denervazione renale: intervento avanzato e poco invasivo. Consiste nell'ablazione delle fibre simpatiche che collegano il rene con il sistema nervoso centrale, mirata ad ottenere una riduzione durevole della pressione sistolica, oltre a effetti stabili su patologie associate. Il rene svolge infatti un ruolo centrale sullo sviluppo dell'ipertensione, attraverso molti meccanismi. Attraverso queste fibre, il sistema simpatico, controlla gli stimoli che dal cervello arrivano al rene, con effetti sulla pressione. «La denervazione renale - spiega Bruno Damascelli, ex primario di radiologia, Istituto dei Tumori di Milano - si sta affermando per la sua efficacia per il controllo dell'ipertensione e conta ormai più di 5mila interventi eseguiti in Europa. L'applicazione corrente apre nuove frontiere di grande impatto clinico e sociale come l'insufficienza renale cronica, l'apnea del sonno e il diabete insulino resistente». Parecchi gli studi condotti sull'applicazione di questa nuova metodica. Negli Stati Uniti, sarà pubblicato a breve sul Journal of Vascular and Interventional Radiology, il primo studio italiano sulla denervazione renale applicata all'ipertensione resistente, complicata da insufficienza renale, diabete, apnea del sonno. Su una popolazione di 24 pazienti viene confermato il controllo della ipertensione resistente nell'84 per cento dei casi. A Milano, è stato trattato il primo caso in assoluto di ipertensione complicata in un paziente con trapianto di rene, utilizzando il nuovo sistema EnligHTN (St.

Jude Medical), apripista di una tecnologia ablativa multi-elettrodo: consente di ottimizzare il trattamento effettuando 4 ablazioni in intervalli di 90 secondi, con un solo posizionamento del catetere.

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