Il film del weekend

Denzel Washington affascina in "The Equalizer 2 - Senza perdono"

Godibile sequel che reitera i meccanismi del film originario. In equilibrio tra intrattenimento e approfondimento psicologico, presenta alcune incongruenze ma sa coinvolgere

Denzel Washington affascina in "The Equalizer 2 - Senza perdono"

Torna al cinema in "The Equalizer 2" il vigilantes col volto del divo Denzel Washington.
Primo sequel per l'attore sessantatreenne, nonché quarta collaborazione col regista Antoine Fuqua che lo portò all'Oscar per "Training Day", il film è liberamente ispirato a un omonimo programma televisivo degli anni '80.
Ambientato fra Boston e dintorni, "The Equalizer 2" si presenta più composito del suo predecessore del 2014, sebbene poggi, come quello, su un must del cinema e della letteratura americana: il vendicatore.
Robert McCall (Denzel Washington) è un ex agente della CIA che lavora come tassista. All'apparenza pacifico, l'uomo in realtà lotta per riparare i torti subiti dai più deboli e, all'occorrenza, lo fa in maniera violenta. Senza chiedere nulla in cambio, protegge indifesi di tutti i tipi: dalla madre cui hanno rapito la figlia, alla ragazza violentata dai ricchi figli di papà, all'adolescente a rischio. E' capace di entrare nel covo di una gang di spacciatori armati fino ai denti e metterli al tappeto, ma le sue capacità vengono messe a dura prova quando si ritrova a dover gestire qualcosa di molto personale: vendicare l'assassinio di una cara amica.
Revenge thriller senza troppi fronzoli e senz'altro meno pirotecnico rispetto al primo film, "The Equalizer 2" costella di intrighi e agguati una trama che talvolta presenta passaggi poco logici. Nel fare giustizia, infatti, il nostro eroe cade in alcune incongruenze frutto di un'invincibilità esagerata, quasi da personaggio Marvel.
Anziché puntare tutto sulle scene d'azione, stavolta meno cruente, il sequel ha nella presenza scenica e nella recitazione di Washington il suo cardine. L'attore fornisce, come suo solito, un'esibizione carismatica. Il suo personaggio è una figura malinconica e solitaria che ragiona sul senso della vita e cerca di lenire il dolore derivato da una tragedia passata.
Certo, ha una morale ambigua, a suo modo indecifrabile e che si appella a una spietatezza omicida. Il modus operandi dell'uomo è sempre lo stesso: chiede al colpevole di un misfatto se abbia intenzione di redimersi o di patire le pene da lui stesso inflitte, per poi attivare un cronometro da polso con cui misurare il tempo necessario a mettere a posto la faccenda.
Il finale, in una cittadina sul mare evacuata per l'arrivo di un uragano, ha il sapore di un western rivisitato in chiave contemporanea ma è forse la parte meno avvincente.
"The Equalizer 2" è, in sostanza, un thriller d'azione violento che non trascura l'aspetto drammatico ed emozionale del racconto, prendendosi il tempo necessario per esplorare dinamiche relazionali e dilemmi interiori dei personaggi.


Intrattenimento non memorabile ma superiore alla media di genere.

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