Cronache

Detenuto protesta in cella: vuole leggere fumetti hard La Suprema Corte dice no

Nel carcere di Parma un detenuto chiede un fumetto a luci rosse da leggere in cella. Ma la Cassazione rifiuta perché non si tratta di una lettura indispensabile

Detenuto protesta in cella:  vuole leggere fumetti hard  La Suprema Corte dice no

Doppio "no" alla richiesta di un detenuto di acquistare fumetti a luci rosse in carcere. E' il responso della Cassazione al ricorso con cui Alessio A., detenuto nel penitenziario di Parma, protestava contro il rifiuto della direzione del carcere ad accogliere la richiesta di acquisto di un fumetto vietato ai minori.

La Cassazione ha spiegato che "non costituisce violazione di un diritto soggettivo il mancato inserimento di una specifica rivista o di determinata stampa periodica nell’elenco dei beni che l’impresa appaltatrice può acquistare nel libero mercato su richiesta dei detenuti". "Il lettore in questione, Alessio A., se lo desidera - ha continuato la Suprema Corte - ben potrà farsi inviare la rivista acquistandola direttamente dalla casa editrice o facendosela spedire per posta dai familiari o da altri soggetti che l’acquisteranno per lui all’esterno".

Niente di nuovo per il 41enne che si era già visto arrivare il divieto di "coltivare" la passione per questo particolarissimo tipo di lettura.

Era successo nell'ottobre 2010, occasione in cui il tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia aveva spiegato che il genere di lettura tanto caro al carcerato "non costituisce oggetto di indispensabile utilizzo".

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