Controcultura

"The Deuce" in tv Voyeurismo per pornocinefili

Non è certo la New York raccontata da Woody Allen, quella dei quartieri hype, progressisti e raffinati tra librerie, caffè, ristoranti di lusso e appartamenti affacciati su Central Park. Quella di The Deuce è una città sporca, malfamata, bastarda, dove criminali di ogni genere potevano agire indisturbati e la corruzione aveva raggiunto livelli da Sud America.

"The Deuce" in tv Voyeurismo per pornocinefili

Non è certo la New York raccontata da Woody Allen, quella dei quartieri hype, progressisti e raffinati tra librerie, caffè, ristoranti di lusso e appartamenti affacciati su Central Park. Quella di The Deuce è una città sporca, malfamata, bastarda, dove criminali di ogni genere potevano agire indisturbati e la corruzione aveva raggiunto livelli da Sud America. Eppure quegli anni '70 hanno creato un immaginario talmente forte e vitale da ispirare decine di film e romanzi, tra cui diversi capolavori in un decennio davvero indimenticabile.

Che esteticamente quelle atmosfere continuino a riscontrare molto interesse è dimostrato proprio dal numero di serie tv e di film usciti di recente e incentrati proprio sugli anni '70, quando la vita, tra Manhattan e Brooklyn, pulsava nelle strade animate da personaggi borderline, tra eccesso e illegalità. Proprio tra questi due termini si inseriscono le storie delle otto puntate di The Deuce, la serie americana ideata da David Simon e George Pelecanos trasmessa ora su Sky Atlantic. Il pay off La via del porno ne coglie peraltro uno dei tanti aspetti, appena accennato nel primo episodio firmato da Michelle MacLaren.

Nel 1972, anno in cui comincia la vicenda, la pornografia esce dal ristretto giro di adepti e diventa, con Gola profonda, fenomeno sociale, culturale, persino politico cui non è certo estraneo il femminismo che propone altri modelli di corpo e sesso. Le tante donne che popolano il mondo di The Deuce, a cominciare dalla protagonista (Maggie Gyllenhaal), una prostituta che lavora da sola e vuole mettersi a disposizione della nascente industria del cinema hardcore, sono il risultato evidente di tale modernità conquistata a fatica, che ne mette in discussione il ruolo subalterno nel lavoro e nel sesso. James Franco è così bravo da interpretare due ruoli «a specchio», Vincent, un barista dall'esistenza travagliata, e suo fratello Frankie, spregiudicato giocatore d'azzardo. Intorno, altri personaggi interessanti, a cominciare dai neri vestiti come musicisti soul, con grande attenzione ai particolari di decor, design, moda e arredamento.

Poiché si parla di porno ci aspettiamo sesso: se ne vede a tratti, realistico e persino violento, ma nel primo episodio non è questo a farla da padrone, bensì la minuziosa descrizione della New York anni '70, dove il teatro si identifica con il marciapiede, il luogo in cui si incrociano tante storie che sono sì di disperazione e povertà - il bisogno di denaro è il primo motore della prostituzione - ma non prive di elementi comici e divertenti.

Si ha l'impressione che The Deuce possa piacere più alla critica che al pubblico: è un prodotto alto trattato con molta competenza, nei dialoghi come nelle ambientazioni.

E strizza più di un occhio ai cinefili, che fin dal primo episodio potranno divertirsi nel rintracciare rimandi e citazioni ad ampio raggio, da John Waters a Bernardo Bertolucci.

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