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Le risposte che potranno dare le scatole nere

Ancora molti i dettagli che possono essere chiariti con il ritrovamento della seconda scatola nera: le dieci risposte ancora senza domande

Le risposte che potranno dare le scatole nere

A quasi quattro giorni dal disastro aereo che ha coinvolto l'Airbus A320 della Germanwings, tanti sono ancora i misteri sulla strage. Qualcosa è stato svelato dall'audio registrato da una scatola nera che racconta la tragedia di Andreas Lubitz, giovane copilota che avrebbe deciso di schiantarsi deliberatamente contro le Alpi francesi.

Eppure non tutto torna e per far piena luce su quello che è accaduto la procura sta cercando in tutti i modi il chip della seconda scatola nera, quella che registra i dati di volo (come gli avvisi che si sono attivati e le spie che si sono accese) e di cui è stato trovato soltanto l'involucro. Sono almeno dieci le risposte che potrà dare alle tante domande ancora aperte.

"Il chip della Fdr dell’A320 è in grado di registrare circa mille parametri, dai quali è possibile ricostruire l’intera gestione della situazione nella cabina di pilotaggio", spiega Alessandro Cometa, responsabile del Laboratorio dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv), "I dati attuali già permettono di stabilire che è stata una discesa controllata, ma con la Fdr si potrà vedere come era stata programmata".

Così, se la prima scatola nera ha permesso di stabilire che il copilota era vivo perchè ne ha registrato il respiro, la Fdr permetterà di ricostruire tutte le sue azioni, i tasti che ha schiacciato e se a un certo punto ha aumentato la velocità, anche se non potrà far capire se è stato davvero lui a chiudere il comandante fuori dalla cabina. Inoltre, la scatola nera ha registrato anche tutte le "risposte del velivolo", ossia le azioni correttive messe in atto dai computer di bordo dell’Airbus 320.

Altre risposte potranno arrivare dalla sincronizzazione delle due scatole nere. È un’operazione che richiede in media una settimana e che potrà dare risultati importanti per le indagini. Ad esempio, permetterà di capire esattamente quanto il copilota ha impostato la manovra di discesa: se lo ha fatto subito dopo che il comandante ha lasciato la cabina o se ha avuto delle esitazioni. Si potrà sapere poi se il copilota ha riprogrammato la manovra più volte e se, negli ultimi minuti prima dell’impatto, abbia deciso di virare verso la montagna.

Quest’ultimo aspetto potrà essere chiarito anche grazie ai dati geografici registrati dalla Fdr.

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