Politica

Dietrofront a Bologna: la moschea non si fa più

da Bologna

A distanza di quasi un anno e con le amministrative del 2009 sempre più vicine, il Centro di cultura islamica di Bologna non avrà più dal Comune in permuta il terreno del Caab su cui costruire la nuova moschea. Il dietrofront è arrivato ieri per bocca dell'assessore all'Urbanistica del Pd, Virginio Merola. Il sindaco Cofferati non era in Comune, ma si tratta di una posizione di cui è a conoscenza e che condivide, assicurano fonti del Pd bolognese.
Tutto si consuma nel giro di poche ore. Merola annuncia di avere scritto una lettera al Centro islamico per sollecitarlo ad attenersi ad alcune condizioni: la creazione di una Fondazione per garantire la trasparenza dei finanziamenti e la dissociazione dall'Ucoii, l'Unione dei centri e delle organizzazioni islamiche in Italia che recentemente non è entrata a far parte della federazione degli enti islamici moderati voluta dal ministro dell'Interno Giuliano Amato. Ma Daniele Parracino, numero due e portavoce del Centro di via Pallavicini, chiede un incontro urgente col Comune: «I nostri rapporti con l'Ucoii non hanno niente a che vedere con questo progetto». Per quanto riguarda la Fondazione, sostiene, i costi sono troppo alti: «Il Centro pensa a una onlus in grado di accedere anche al 5 per mille». Ecco allora l'affondo dell'amministrazione: «Così viene meno la credibilità del nostro interlocutore. Per noi il progetto non esiste più», dice Merola.
Il centrodestra canta vittoria. «Ci mettono un po', ma alla fine arrivano», il commento ironico del deputato del Pdl, Enzo Raisi. Per la Lega, il dietrofront è legato al recente successo elettorale del Carroccio anche a Bologna.

Un boom che il segretario cittadino, Manes Bernardini, aveva commentato proprio così: «Grazie alla battaglia sulla moschea, abbiamo dato un volto alla Lega in città».

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