Cronaca locale

Difficile trovare «L’uomo dei miei sogni»

Il testo della Angeli mette in scena l’eterno conflitto fra l’uomo seduttore e la donna vittima: con qualche eccezione

Matteo Failla

Immaginate una giovane autrice di commedie alle prese con una delle domande che appartengono alla storia dell’umanità: esiste davvero l’uomo dei sogni? Ad essere sinceri tale amletico dubbio potrebbe essere rivisto anche in chiave maschile, ma non c’è dubbio che la sensibilità femminile abbia maggiori potenzialità d’analisi; per questo appare di buon auspicio lasciarsi trasportare dal testo di Francesca Angeli, autrice de L’uomo dei miei sogni, in scena al Teatro Olmetto fino al 2 aprile. Diretto da Massimo Navone e interpretato da Eugenio de’ Giorgi, Federica Toti, Patricia Conti e Chiara Serravalle, la pièce mette in scena le emozioni, le ansie e le paure di tre giovani amiche alle prese con la fonte dei loro tormenti: un uomo.
Gettando un rapido sguardo sulla società moderna si potrebbe dire che il tema della seduzione è quanto mai attuale.
«Il tema dell’uomo seduttore e della donna vittima certamente esiste – spiega Francesca Angeli –, ma in realtà nello spettacolo le donne vogliono credere all’inganno, e si trasformano in vittime consapevoli».
E come mai queste donne si lasciano così spesso sedurre?
«Spesso quando ci si innamora lo si fa di uno sconosciuto, e questa persona può essere chiunque; ma sia ben chiaro che è un problema che può riguardare tutti: sia un uomo che una donna. Però noi donne ci sentiamo più sensibili e capaci di comprendere da subito gli uomini; questo ci porta molte volte ad essere prese in giro».
È una commedia che prende spunto da esperienze personali?
«Mentre per la mia commedia precedente lo spunto era esclusivamente teatrale, per questa mi sono basata su fatti realmente accaduti, ovviamente riadattati per il palcoscenico».
Da dove è nata allora l’idea della “truffa d’amore” condotta da un abile seduttore?
«Mia sorella qualche anno fa era incappata in una storia con un uomo che scoprimmo successivamente essere un truffatore: si presentava sotto falso nome e aveva una piccola combriccola di complici. Al momento fu una esperienza scioccante, ma il tutto ebbe in parte risvolti quasi tragicomici. È da qui che ho preso spunto per la figura del truffatore, che in realtà nella commedia cade vittima dello stesso sentimento che usa per truffare le donne».


Quindi non esiste l’uomo dei sogni?
«Esiste nel momento in cui c’è, e poi può esisterne un altro e un altro ancora; ma non credo possa essere inteso in senso assoluto».

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