Cronaca locale

Il diktat della consulta dei rom: basta sgomberi Il centrodestra contro Pisapia: "E' una vergogna"

Primo incontro con la neonata consulta che rappresenterà i campi rom regolari e irregolari. Il diktat: "Sospendere la politica degli sgomberi perché non è la soluzione". Il vicesindaco fa un passo indietro, ma Rizzo forza la mano. De Corato: "Costituiremo comitati di quartiere"

Il diktat della consulta dei rom: basta sgomberi 
Il centrodestra contro Pisapia: "E' una vergogna"

Milano - Sospendere la politica degli sgomberi perché "non è la soluzione", ridiscutere il piano Maroni "destinando più fondi alle politiche di convivenza" e collaborare in prima persona nella gestione delle realtà rom presenti sul territorio. Sono queste le richieste presentate alla giunta guidata da Giuliano Pisapia della Consulta dei rom che, a partire da oggi, riunisce rappresentanti dei campi regolari e irregolari della città. Un organo fortemente voluta da Rifondazione e già spina nel fianco per l'ala meno radicale dell'amministrazione.

"La consulta non è un’iniziativa dell’amministrazione comunale, non è la consulta del Comune". A precisarlo ci aveva pensato il vicesindaco del capoluogo lombardo Maria Grazia Guida alla vigilia della presentazione dell’organismo che avverrà domani a Palazzo Marino.  Eppure, ad assistere all'incontro di oggi, la consulta sembrava pronta a dettare l'agenda di Pisapia. "Vogliamo porci come interlocutori della nuova amministrazione - ha spiegato Dijana Pavlovic che è anche vicepresidente della federazione - con questa iniziativa per la prima volta vogliamo essere protagonisti in modo attivo delle questioni che ci riguardano, una grande opportunità per noi e per i cittadini milanesi che sono stanchi di vedere soldi spesi in soluzioni che non portano a nulla".

A far parte della nuova Consulta, tra gli altri, rappresentanti delle comunità dei campi di via Idro e di via Bonfadini e dell’ex campo rom di via Triboniano. Alla presentazione, anche il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo: "Vorrei che questo Palazzo diventasse casa di tutti i milanesi senza distinzione di razza e per questo ho offerto la disponibilità di questa sala di Palazzo Marino". E proprio sulle parole della Guida che suonano come una presa di distanza dall’iniziativa, Rizzo ha spiegato che la consulta è una sorta di controparte che "sa di poter contare su un’amministrazione più aperta nei suoi confronti". In realtà, la passata amministrazione è stata tutt'altro che chiusa nei confronti delle problematiche legate ai campi irregolari. Proprio nelle casse della Casa della Carità, di cui la Guida è vicepresidente, la giunta Moratti aveva versato quasi 4 milioni di euro a fronte di una richiesta di convivenza basata sulla legalità.

Per venire in contro anche ai cittadini che in molti casi subiscono la presenza di campi irregolari vicino alle proprie abitazione, l'opposizione darà vita a veri e propri comitati di quartiere. "Tale risposta - spiega il Pdl Riccardo De Corato - sarà in linea con quei comitati che hanno svolto già in passato un'ottima funzione di segnalazione di occupazioni abusive da parte di rom o sinti abusivi". Ad oggi la politica del Comune nei confronti dei cambi abusivi suona confusa e contraddittoria. Si parla infatti di "autocostruzione", consegna di alloggi pubblici e "prevenzione", ma nelle parole dell’assessore alla Sicurezza Marco Granelli sembra mancare un progetto chiaro. "Se non vi sarà una risposta di rigore nei confronti dell’abusivismo faremo in modo che siano i milanesi stessi - minaccia De Corato - a far uscire allo scoperto gli errori e le contraddizioni di un’amministrazione che dimostra, ad oggi, di non prendere con la dovuta serietà il fenomeno".

Molto dura anche la Lega. Matteo Salvini sottolinea che è una "cosa pessima" e una "vergogna" soprattutto il fatto che siano rappresentati i campi irregolari.

"Non vorremmo - tuona l'esponente del Carroccio - che poi in Paesi come la Romania passasse il messaggio che Milano è una città aperta ai rom, se si lanciano certi messaggi poi c’è anche un rischio".

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