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Dior compie 70 anni Con il New Look ha cambiato per sempre la storia in passerella

Fascino, bustier e vite strette: in mostra i capi più celebri della maison dal 1947 ad oggi

Dior compie 70 anni Con il New Look ha cambiato per sempre la storia in passerella

Il Musée des Arts Décoratifs di Parigi celebra (dal 5 luglio 2017 al 7 gennaio 2018) i 70 anni della Maison Dior con la magnifica e fluviale mostra Christian Dior, couturier du rêve. «L'inizio della sua saga spiega Florence Müller curatrice con Olivier Gabet dell'esposizione- aprì la strada alla storia dell'haute couture, portando con sé la promessa di un nuovo futuro per la moda».

Quando, nel 1947, nella storica sede al 30 di avenue Montaigne apparve la prima collezione creata da Monsieur Dior, nacque anche un inedito concetto di stile, fatto di silhouette virtuosistiche, di sensuali bustier che strizzavano al massimo, fino all'astrazione il punto vita e di volumi ampi e allungati. Il «New Look» - così fu subito battezzato-, cancellava di colpo ogni amaro e cupo ricordo della guerra e dell'occupazione nazista che aveva inferto un duro colpo all'orgoglio nazionale francese, puntando sul sogno, su una sofisticazione onirica tra Marie Antoinette e il Secondo Impero, si proponeva di restituire alle donne quella leggerezza che, come affermava il couturier normanno «rimane celata da qualche parte dentro di loro, anche nelle circostanze più drammatiche». Monsieur Dior, con la sua associazione con l'imprenditore tessile Marcel Boussac, tramite i suoi iconici tailleur Bar, le mille impalpabili sovrapposizione di taffettà dei suoi fastosi abiti da gran sera e le linee a corolla e a tulipano delle sue gonne, positivo e progettuale propugnava «un ritorno alla felicità civilizzata». Il geniale azzardo di Boussac ci aveva visto giusto: il «New Look» esplose infatti con un immenso e rivoluzionario successo specie in America e la fierezza nazionale francese riprese il volo. Christian Dior fu santificato quale primo eroe del dopo-guerra.

Ma, soprattutto, ripartì dalla grande il settore produttivo del tessuto, tant'è che nella prima metà degli anni '50, Dior rappresentava da sola pressoché metà dell'esportazione dell'industria del lusso francese. Ecco perché, con sagace lungimiranza, e riconoscendone appieno la storica portata simbolica, MelaniaTrump, nel suo recente viaggio di Stato in Francia, ha chiesto di essere vestita dal grande marchio d'Oltralpe, oggi guidato da Maria Grazia Chiuri, prima donna e per di più italiana sul ponte di comando dell'ammiraglia della moda francese. La mostra riunisce per la prima volta le aree moda del museo e la navata, trasfigurata da volatili e cangianti effetti di luce, estendendosi su una superficie di circa 3000 mq. È di quelle che ti tolgono il fiato e si sviluppa su un duplice binario che intreccia rigore filologico e pura vibrante emozione, lungo un itinerario creativo segnato dal fondatore e dalla sensibilità individuale dei suoi successori: Yves Saint-Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano, Raf Simons e, appunto, la Chiuri. Si impernia su una selezione di oltre 300 abiti haute couture disegnati dal 1947 a oggi. Intorno ai vestiti, un universo di toiles d'atelier e straordinarie fotografie, un patrimonio di documenti, note, lettere, schizzi e bozzetti, di riviste, di illustrazioni e pubblicità. Quindi, accessori quali cappelli, toques e bijoux, borse, scarpe, flaconi di profumo e miniature da archivio. Il ritmo dà alla testa, in un fuoco d'artificio di colori e di narrazioni, di bellezza e sensazioni, di opulenza e spinta onirica. Sembra che chez Dior, in sette decenni di lavoro, abbiano inventato quasi tutto. Lo suggerisce questo plot tumultuoso, avvincente come un romanzo d'appendice.

La Cina imperiale, i tarocchi rinascimentali e i balli d'antan, i giardini di matrice impressionista della mitica e agiatissima infanzia di Christian Dior a Granville, nella bassa Normandia, l'India dei raja, la Grecia classica, quadrifogli porta-fortuna e antiche civiltà Africane, Tiepolo, Gainsbourough, Sargent e Dubuffet, Picasso e la Spagna barocca, si sovrappongono in un incredibile caleidoscopio. È fondamentale l'interazione del corpus moda dell'esposizione con dipinti di varie epoche e spesso di grandi autori- Christian Dior, in associazione con il fratello, nei 30 è stato anche mercante d'arte-, con oggetti d'arredo e di design che pongono in evidenza il punto di vista di Dior, esplorando i legami tra il suo linguaggio e ogni forma d'arte.

Identificando l'influenza, la magia senza tempo e il valore altamente simbolico della leggendaria Maison francese.

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