Cronache

"Picchiatore fascista" si può dire, "cialtrone di destra" no

Stefano Mensurati, giornalista con un passato nel Fronte della Gioventù, racconta la sua strana vicenda giudiziaria

"Picchiatore fascista" si può dire, "cialtrone di destra" no

"Cialtroni di destra" e "Mensurati fascista" no, "picchiatore fascista" sì. È quanto si evince dalla strana vicenda giudiziaria di cui è protagonista Stefano Mensurati, conduttore Rai con un passato nelle fila del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Msi. Tutto nasce da due denunce per diffamazione del giornalista rispettivamente contro un radioascoltatore e un blogger su cui la Cassazione ha espresso due pareri opposti.

Se nel 2013 fece discutere il responso della Corte che dava valore giuridico all’equazione giovane militante missino uguale picchiatore, in questi giorni il giornalista ha avuto la meglio su un radioascoltatore che lo aveva definito con le espressioni “Mensurati fascista” e “cialtroni di destra”.“La fortuna – spiega Mensurati intervistato da Il Tempo- non è trovare un giudice che ti dà ragione ma un giudice imparziale. Un altro, ad esempio, ha annullato una sentenza a mio favore senza rinvio, senza la possibilità di rifare il processo, sostenendo che fosse legittimo definirmi "picchiatore fascista". Io che non ho mai picchiato nessuno”.Per Mensurati “chi ha avuto certe esperienze giovanili non sconterà mai il peccato originale" di aver militato nel Fronte della gioventù. Secondo questo principio “allora è picchiatore anche Gianfranco Fini, che è diventato Presidente della Camera, picchiatori sono ex ministri, giornalisti che hanno fatto carriera, siamo tutti picchiatori?”, si chiede il giornalista. Per Mensurati il fatto che un giornalista di destra nel 2007 conducesse il programma Radio anch’io “deve aver dato fastidio a molti” e “questo gioca ancora a mio sfavore.

Perché c'è sempre chi punta il dito”.

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