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Discoteche silenziose, alla ricerca della movida di vent'anni fa

Discoteche silenziose, alla ricerca della movida di vent'anni fa

C'erano sette piste da ballo, fontane zampillanti, e i ragazzi ballavano senza sosta fino all'alba. In consolle i dj più quotati a mixare i pezzi dell'inizio degli anni Novanta. Ora dell'Ultimo impero resta poco. Tra i divanetti sventrati e la gomma piuma sbriciolata sono cresciute le erbacce, gli specchi sono rotti e l'insegna quasi non si legge più.

I fotografi urbani si divertono a cercare le tracce delle nottate mondane e si avventurano spesso nel locale aperto nel 1992 nella zona industriale di Airasca e None, sulla statale per il Sestriere. Dopo tre anni di costruzione e vicissitudini che rallentarono il termine dell'opera, finalmente si giunse all'inaugurazione che vide in consolle i dj Pietro Villa, Claudio Coccoluto, Claudio Diva, Stefano Secchi e Manuel Bagnoli, alternati nelle varie sale del locale, il tutto sotto la regia artistica della animatrice Pinina Garavaglia e del suo staff.

Il locale, negli anni successivi, cambiò nome in Privilege, poi Templares ed infine Royal Fashion Club, sino a essere poi chiuso per questioni legali. Attualmente la struttura si trova in totale stato di abbandono ed è ridotta in molte sue parti a un rudere. Il filone dei locali notturni e dei parchi divertimento è molto ricercato tra gli amanti dei luoghi abbandonati e l'Emilia Romagna è una delle regioni che conta più «scheletri della movida».

Nei blog e nei siti, c'è un lungo elenco di vecchie balere, centri acquatici, luna park decadenti da cercare in giro per l'Italia. Posti pericolosi in cui inoltrarsi ma senza dubbio affascinanti. E ogni scatto fa emergere quell'amaro contrasto tra la vita, i rumori e la confusione che un tempo avvolsero scivoli, piscine, piste e bar e il silenzio tetro, ingrigito di adesso.

Sfumature che i seguaci di Urbex valorizzano nei loro lavori fotografici giocando sul concetto di svago e abbandono, lusso e degrado.

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