Cronaca locale

«Domeniche antismog? Solo se servono»

Da novembre otto ore di fermo quotidiano per le auto non catalizzate: si rischia il sequestro del mezzo

Marcello Chirico

Stop agli «stop» domenicali alle auto. Più corretto: i blocchi del traffico continueranno ad esserci, ma non saranno più calendarizzati in anticipo com’è capitato gli ultimi due inverni. «Perchè - spiega il neo assessore regionale all’ambiente, Marco Pagnoncelli - spesso capitava che coincidessero con giornate in cui i livelli delle polveri sottili erano rientrati nei limiti».
E allora, meglio tornare alle vecchie, buone abitudini e cioè quelle di quando si stabilivano i blocchi solo in caso d’emergenza ambientale vera. Stabilendo con anticipo un unico stop, concordato però con tutte le altre Regioni della pianura padana (Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Province autonome di Trento e Bolzano), per un unico «blocco padano» che di sicuro la Lega Nord apprezzerà.
È una delle principali novità del Piano Aria per l’inverno 2006/07 , tutte studiate col Centro ricerche di Ispra e in sintonia con le disposizioni della commissione europea e presentate ieri al Pirelli, con largo anticipo così da permettere a tutti i lombardi di organizzarsi meglio. In particolare i possessori di quel milione e 700 mila veicoli (auto, furgoni e motociclette) non catalizzati, obbligati già da un paio di stagioni invernali a limitarne l’uso durante la settimana. Pena, multe salatissime se non addirittura il fermo coatto del mezzo. Per tutti costoro l’inverno che verrà sarà davvero rigorosissimo: si passerà infatti dalle 5 alle 8 ore di blocco, dal lunedì al venerdi, dalle 8 alle 12 e ancora dalle 16 alle 20. Il divieto interessa gli autoveicoli a benzina pre Euro 1, i ciclomotori a 2 tempi e, da quest’anno, pure i diesel (pre Euro 1 e Euro 1). La Regione calcola, in questo modo, di «pulire» l’aria da almeno 200 tonnellate di Pm10. Tonnellate che - dal novembre 2007 - aumenteranno ancora con la messa al bando definitiva di tutti questi mezzi.
Aumenta pure l’attenzione sugli altri, principali generatori di inquinanti rappresentati dalle caldaie e dai combustibili. Proseguirà la guerra agli olii, ma anche alla legna da ardere: quest’ultima non potrà essere utilizzata per camini e stufe in tutti i comuni delle zone critiche e in quelli che non raggiungono i 300 metri d’altitudine quando, nelle abitazioni, sono in funzione impianti di riscaldamento a metano, gasolio, gpl o altri combustibili ammessi.
Per fare in modo che i divieti vengano rispettati, verranno potenziate le task-force Arpa, sia su strada che nei controlli a campione nei condomini ed edifici pubblici: dai 25 ufficiali di Polizia Giudiziaria dell’anno scorso, si passerà a circa un centinaio. Affiancati, ovviamente, dagli agenti delle Polizie Locali. «Si tratta - ha sottolineato Pagnoncelli - di far comprendere ai cittadini che esistono regole da rispettare».
Tra gli altri divieti ci sarà l’obbligo dello spegnimento dei motori da parte di autobus e furgoni all’arrivo al capolinea e durante il carico/scarico, il divieto di combustioni all’aperto in particolari in campi e cantieri, insieme a quello di riscaldare cantine, ripostigli, box, solai, depositi.
«Sono tutte misure - ha tenuto a sottolineare il governatore Roberto Formigoni - che si affiancano alle azioni strutturali già decise o in via di definizione. Svilupperemo una campagna informativa forte in modo da sollecitare comportamenti virtuosi.

Più i lombardi li praticheranno, migliore sarà l’aria che respireremo».

Commenti