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Le donne più ricche? Sono cinesi

Dai piedi fasciati al podio della China Rich List, le donne cinesi hanno la loro rivincita. Tra le 20 più ricche del mondo, 11 vengono proprio dalla Cina, dove il 76% delle donne aspira a un lavoro di livello alto

Le donne più ricche? Sono cinesi

Londra - Quando si parla di discriminazione nei confronti delle donne non si può non pensare alla Cina, dove solo meno di un secolo fa, in molte avevano i piedi fasciati così stretti che riuscivano a stento a camminare. Eppure, oggi nella classifica delle donne più ricche del mondo sono ben 11 su 20 le cinesi in lista, tre delle quali in cima alla lista. Lo afferma il Financial Times commentando la China Rich List, la classifica dei cinesi più ricchi stilata dalla rivista Hurun Report di Rupert Hoogewerf.

La regina della carta La donna più ricca del mondo è Zhang Yin, 53 anni. La fondatrice e presidente della società di riciclaggio della carta "Nine Dragon Paper", vanta una ricchezza personale di 5,6 miliardi di dollari. Lo stesso Hoogwerf ha commentato: "La Cina è chiaramente leader nel mondo per le imprenditrici. Non c’è nessun altro Paese che si avvicina ad avere lo stesso numero di self-made donne". Oltre alle 11 cinesi, tra le miliardarie ci sono tre donne che hanno fatto fortuna nel mondo della moda (con i marchi Zara, Benetton e Gap) e sei britanniche.

La rivincita delle donne grazie a Mao Merito di questo successo è, secondo l’analisi del Financial Times, il governo comunista, in particolare quello di Mao Zedong che disse: "Le donne reggono l’altra metà del cielo". A differenza di quanto accade in Occidente e in Giappone, oggi le donne cinesi "non rimangono a casa per badare ai figli - sottolinea Wang Jafen, capo dell’Associazione delle imprenditrici di Shanghai - Le donne cinesi non rinunciano alla loro carriera per diventare casalinghe". Secondo uno studio condotto di recente dal Center for Work-life Policy di New York, infatti, il 76% delle donne cinesi aspira a un lavoro di alto livello, contro il 52% delle americane. La vicepresidente della Rural Commercial Bank di Shanghai, Yin Xinyu, invece, sostiene che il successo delle donne si spiega con l’autostima acquisita durante gli anni della scuola. Tuttavia, come accade in tutto il mondo, anche in Cina la parità di trattamento sul posto di lavoro arriva solo dopo che le donne hanno dimostrato non solo di essere uguali agli uomini, ma migliori di loro. "Le donne - dice Yin - devono essere brave il doppio".


 
Meno imprenditrici se cresce la ricchezza Secondo il quotidiano finanziario britannico, però, la ricchezza accumulata potrebbe determinare in futuro una minore presenza di donne sui luoghi di lavoro: in parte perché le donne facoltose che non hanno bisogno di lavorare potrebbero scegliere di rimanere a casa, e in parte perché sempre più gli uomini ricchi cinesi tendono a preferire una moglie trofeo che non lavora. Tuttavia, "le fasciature ai piedi non torneranno - conclude il Financial Times - perché la parità di genere è un’eredità del comunismo ormai ben radicata"

 

 

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