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La doppia morale di Massimo D'Alema sui curdi

L'ex premier Massimo D'Alema ha attaccato molto duramente il presidente Erdogan per la sua offensiva contro i curdi ma quando era presidente del Consiglio negò il leader del Pkk Apo Ocalan

La doppia morale di Massimo D'Alema sui curdi

"Quello che Erdogan vuole cancellare è ciò che di più simile ai nostri valori esiste in quella parte del mondo. Erdogan sta bombardando i nostri valori, non solo i curdi". Parole dure come pietre quelle che l'ex premier Massimo D'Alema ha usato contro il presidente della Turchia in un'intervista rilasciata a La Stampa.

Un'intervista tutta incentrata sulla necessità dell'Europa di aiutare i curdi in quanto, secondo D'Alema, loro non solo ci hanno difeso contro l'Isis ma "rappresentano anche un’esperienza singolare di democrazia, di tolleranza, di eguaglianza tra uomini e donne". E il fatto che non si possa contare sulla leadership del presidente Donald Trump "Questo accresce la responsabilità degli europei", aggiunge D'Alema secondo cui l'Ue dovrebbe chiedere all'Onu di "dispiegare una forza internazionale lungo quel confine".

Frasi che stridono con il comportamento che D'Alema tenne quando era presidente del Consiglio, come sottolinea l'ex deputato di Rifondazione Comunista, Ramon Mantovani che il 12 novembre 1998 in Italia Apo Ocalan, leader del partito dei lavoratori del Kurdistam, il Pkk perseguitato dalla Turchia. "Ma per quante cose giuste dica oggi, fu proprio lui, da presidente del consiglio, a scegliere di obbedire agli Stati Uniti. A non concedere l’asilo politico a Ocalan. E in ultima analisi a non contribuire al processo di pace con la Turchia", dice oggi Mantovani interpellato dall’agenzia Dire. Il leader del Pkk, giunto in Italia per chiedere asilo politico, ricorda ancora l'ex deputato rifondarolo"ma fu spinto a lasciare il nostro paese dalle minacce del governo D’Alema, che gli fece capire che gli avrebbe tolto la protezione". "Prevalse la logica dell’obbedienza agli Stati Uniti, come mi fu rivelato da esponenti del governo”, prosegue Mantovani, convinto che il piano proposto all'epoca da Ocalan avrebbe portato alla fine del conflitto curdo. "Ricordo che la Segretaria di Stato Madeleine Albright chiedeva l’estradizione di Ocalan, ben sapendo che non poteva essere estradato dall’Italia visto che in Turchia c’era la pena di morte. Era un modo per spingere il governo a non concedere l’asilo.

E così fu”, conclude Mantovani.

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