Stile

Dove Yves Saint Laurent tradì il nero con i colori

Luci, giardini, profumi: lo stilista si innamorò della città che oggi gli dedica un museo

«Prima di Marrakech, tutto era nero. Questa città mi ha insegnato cosa sono i colori e ho abbracciato la sua luce, i suoi sfacciati contrasti e le sue intense invenzioni. Questa cultura è diventata mia, ma non mi basta averla assorbita. L'ho presa, l'ho trasformata e l'ho adattata». Per Yves Saint Laurent (nella foto in Place Djemaa El Fna © Reginald Gray), il Marocco era una seconda casa. Nel 1980 si trasferì nella villa ai Giardini Majorelle con il compagno Pierre Bergé.

Il nome si deve al pittore Jacques Majorelle, che ebbe il merito di trasformare quel terreno in un paradiso, con Villa Bou Saf Saf, oggi Oasis, un laboratorio in stile art déco e un giardino botanico. E fu lui a creare quella famosa tonalità blu per le pareti, che, da allora, si chiama blu majorelle. Pochi mesi fa, accanto ai Giardini, è stato aperto il museo Yves Saint Laurent Marrakech. Concepito come un centro culturale di oltre 4000 metri quadrati, è suddiviso tra uno spazio per mostre temporanee, un caffè-ristorante, una biblioteca di libri rari, un auditorium e un dipartimento di conservazione di scarpe, cappelli, gioielli, vestiti a trapezio, cappotti di lamé, cappe di taffetà con buganvillee ricamate e altri capi haute couture dello stilista, tutti inventariati, all'occorrenza restaurati, infine esposti al pubblico. Cos'altro vedere nella città patrimonio Unesco, fondata più di mille anni fa come ponte tra il Mediterraneo e il deserto del Sahara? Il Museo della Fotografia, con quasi 8mila instantanee scattate nel paese tra il 1870 e il 1960; la Medersa di Ben Youssef, un capolavoro di architettura ispano-moresca; Le Jardin Secret, una delle più antiche case della città, le cui alte mura nascono due giardini progettati da Tom Stuart Smith; infine, L'art de vivre, il museo dedicato all'arte del profumo marocchino. Dove dormire? Due sono le mete da sogno. Costruito nel 1923, La Mamounia ha riaperto nel 2009 dopo un progetto di ristrutturazione: conta 135 camere, 71 suite e 3 riad. Vanto dell'hotel sono anche la spa e i suoi meravigliosi giardini, con 700 aranci, 5000 cespugli di rose, 21 specie di cactus, 6 palme e 200 olivi. Dar Darma è un'autentica alternativa: si tratta di un palazzo-riad del XVIII secolo situato nel cuore della Medina.

4 sono le suite e 2 gli appartementi disponibili, restaurati salvaguardando gli elementi di pregio, dalle volte in legno dipinto a mano ai preziosi gessi e portali antichi.

Commenti