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Due amiche e una Away L'incredibile storia di una valigia da telefilm

Glamour, con una misura perfetta per l'aereo, ricarica il cellulare cinque volte più delle altre

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Hanno una storia degna di una serie televisiva creata da Shonda Rhimes, la sceneggiatrice, regista e produttrice afroamericana che ha firmato capolavori del piccolo schermo come Grey's Anatomy, Scandal oppure Le regole del delitto perfetto. Il titolo sarebbe ovviamente Away, marchio di valige e accessori da viaggio fondato da Jen Rubio e Steph Korey, due amiche e colleghe di appena 31 anni che insieme sono riuscite a creare un'impresa di successo. «Tutto è cominciato da un disastro: la mia valigia preferita che si rompe mentre sto attraversando l'aeroporto di Zurigo» racconta Jen nata a Quezon City nelle Filippine e cresciuta a Branchburg, nel New Jersey dove all'inizio pensa di diventare avvocato. Invece al college si ritrova a studiare materie come gestione della catena di distribuzione aziendale mentre nel tempo libero coltiva una passione per i social media che all'epoca erano agli albori. A 20 anni comincia a lavorare per la Johnson & Johnson, si trasferisce a Los Angeles e viaggia come una trottola. Ormai è una vera esperta di Twitter, Facebook, Instagram e compagnia bella, per cui viene assunta in un'agenzia di comunicazione digitale di New York.

Da qui entra nel marchio di eyewear Warby Parker come capo dei social media e si ritrova a lavorare con Steph Korey. Le due ragazze diventano amiche e il loro rapporto resta solido anche quando Jen trova lavora a Londra da AllSaint. Figlia di immigranti provenienti dal Libano e dalla Romania, Steph all'università studia relazioni internazionali e sogna di entrare nel mondo del no profit. Invece trova lavoro nel brand di moda Kate Spade e da lì approda da Warby Parker ci resta due anni come Jen e nel frattempo la società passa da un giro d'affari di 110 milioni di dollari a una stima di 500 milioni. Korey decide di completare la sua formazione con un MBA alla Columbia University dove riceve la telefonata dell'amica da Zurigo. Le dice: «Pensa ho chiesto consiglio ai miei 2700 amici su Facebook per trovare una nuova valigia dalle prestazioni eccezionali e non mi ha risposto nessuno». Lei risponde: «Facciamola noi». Comincia così la nuova avventura per cui Steph lo scorso dicembre è finita in copertina su Forbes dove per altro da ormai due anni lei e Jen sono citate tra i trentenni più influenti del mondo. I numeri parlano chiaro: in soli tre anni Away ha venduto mezzo milione di valige avvalendosi del supporto produttivo di cinque partner in Asia. Il best seller dell'azienda è uno straordinario trolley uso cabina chiamato «The bigger carry on». Le due ragazze hanno infatti scoperto che la scatola in cui le compagnie aeree misurano il bagaglio ammesso a bordo è leggermente più piccola del dovuto. Così ne hanno progettato uno della misura giusta accessoriandolo con l'unico power bank che passa il controllo ai raggi x pur essendo in grado di ricaricare almeno 5 volte il telefonino.

Garantite a vita, disponibili in policarbonato con nove stupendi colori o in alluminio, le valige Away hanno un rapporto qualità e prezzo insuperabile. Tanto per dare un'idea il loro entry price nella lussuosa linea in alluminio è 225 dollari contro i 600 di Rimowa. Stracciante anche la differenza con Tumi che a parità di prestazioni costa mediamente 300 dollari in più. Insomma non è un caso se il fatturato di Away è passato dai 12 milioni di dollari del primo anno di attività ai 150 milioni previsti per il 2018 appena concluso. Lo scorso settembre l'azienda che per la cronaca impiega 180 persone e vanta già otto negozi monomarca oltre al sito di e-commerce awaytravel.

com, ha ricevuto un riconoscimento dallo Stato di New York come start up con il più veloce tasso di crescita che si possa desiderare.

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